di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Ci siamo, mancano solo 2 giorni al torneo più prestigioso del mondo per il quale Justine Henin ha deciso di rimettersi in gioco, ispirata dal successo di Roger Federer al Roland Garros del 2009. Quella Coppa dei Moschettieri sollevata al cielo dallo svizzero è stata la molla decisiva per tornare alle competizioni e posticipare una pensione giunta sin troppo presto per una campionessa come lei che ha vinto tutto quello che si poteva vincere, tranne il mitico Venus Rosewater Dish, il piatto che verrà assegnato sabato 3 luglio alla vincitrice dei “Championships”.
Per cominciare a ritrovare le giuste sensazioni in vista del torneo londinese, Justine ha deciso di tornare a riassaporare l’erba in quella ‘s-Hertogenbosch che l’aveva vista trionfare nel lontano 2001 e giungere in finale nel 2003. A differenza delle precedenti finali disputate in Olanda, questa volta Justine non ha affrontato la sua rivale di sempre, Kim Clijsters, bensì uno dei talenti emergenti del tennis mondiale, Andrea Petkovic.
La tedesca, reduce da una semifinale maratona (di due ore e mezza) in cui si era trovata sotto di un set e un break con la Flipkens, parte subito forte mettendo a segno un parziale di 12 punti a 1 (3-0) e un’aggressività che spiazzano la belga, incapace di procurarsi una sola palla break: 6-3 Petkovic. Il secondo set si apre con un break in favore di Andrea che, però, non approfitta del vantaggio e si fa subito rimontare. Scampato il pericolo, la belga entra finalmente in partita, neutralizzando i colpi da fondo campo dell’avversaria, in difficoltà sul back di rovescio di Justine. Questa volta è la Henin ad aggiudicarsi il set per 6-3 e a rinviare al terzo l’epilogo dell’incontro.
L’ultimo parziale si apre analogamente al primo, con la Petkovic che vola sul 3-0. La tedesca, come le accade spesso e volentieri, sente la pressione del punteggio e dell’avversaria che la riprende sul 3-3, procurandosi alcune chance per strappare il servizio alla teutonica. La Petkovic si salva una prima volta, ma nulla può, due game più tardi, contro una Henin più lucida che la costringe a giocarsi a rete i punti decisivi. Il break ottenuto sul 4-4, decide la contesa in favore di Justine che può così festeggiare il 43° titolo della sua carriera, il quarto su erba e il secondo in questa stagione dopo la vittoria a Stoccarda. Tra le giocatrici in attività solo Venus Williams ha vinto un numero maggiore di titoli sull’erba, grazie ai suoi 5 successi a Wimbledon.
L’ultima giocatrice ad aver vinto Wimbledon dopo essersi aggiudicata un torneo di preparazione su erba è stata Maria Sharapova nel 2004. L’urna di Church Road non è stata, però, molto benevola con l’ex numero 1 del mondo visto che è stata sorteggiata nello stesso ottavo della Clijsters e nello stesso sedicesimo della Petrova. Scherzi di un seeding (la Henin sarà testa di serie numero 17) che gli organizzatori di Wimbledon non hanno pensato di modificare, pur avendone facoltà. Evidentemente i 7 titoli dello slam (più una finale colta al rientro dopo 2 anni e mezzo di stop) non sono argomenti rilevanti per scalfire la fermezza dei funzionari londinesi.
© 2010 “Il Tennis Italiano” – Tutti i diritti riservati