ROMA. Francesca Schiavone perde ancora al primo turno e sembra non trovare la chiave per uscire dalla crisi. “Io sono sempre la stessa!”. Però è 45esima nella race…
Nel 2012, la Schiavone ha vinto 8 partite su 22

Dall'inviato a Roma, Riccardo Bisti – 15 maggio 2012

 
Il timore che Francesca Schiavone potesse fare flop anche a Roma era fondato. Niente da fare, non riesce a tirarsi su. Per batterla è stata sufficiente una Makarova qualsiasi, vincitrice con il punteggio di 6-3 6-4. Aggravante: la russa era giunta in finale di doppio a Madrid (persa contro le nostre Vinci-Errani), quindi non aveva avuto molto tempo per adattarsi al rosso del Foro Italico. Invece le è bastato giocare una partita attenta, senza strafare. Subito avanti di un break, la Makarova ha condotto il primo set senza problemi, approfittando degli svarioni dell’italiana. Il problema della Schiavone, tesa e nervosa come non mai, è che sbaglia palle che un tempo azzannava. A fine primo set ha chiesto l’intervento di Francesco Elia, con cui lavora alacremente da tre mesi. E' stato un dialogo fitto, intenso. Elia parlava animatamente, le spiegava cosa fare ma soprattutto provava a dare una scossa psicologica a una giocatrice piena di domande ma senza risposte. Nel secondo set qualcosa si è visto: poteva andare avanti di un break al terzo gioco (ma li è stata brava la Makarova). Persa l’occasione, Francesca è ripiombata tra mille fantasmi ed è finita sotto 5-3. L’orgoglio della Leonessa, lo stesso che l’anno scorso le aveva fatto riprendere la partita contro la Hantuchova, le ha consentito di recuperare il break e andare a servire per il 5-5. La partita poteva girare, sul serio, ma un ultimo game disastroso ha mandato in archivio una partita da dimenticare. E adesso c’è il timore che la magia di Parigi possa non bastare. La classifica del 2012, quella in cui Sara Errani è ottava, la vede al 45esimo posto. Oggi come oggi, non si vedono le premesse per una rinascita.
 
Come spesso le accade dopo una sconfitta, la Schiavone era molto nervosa. Si è scusata per aver gettato una racchetta (“Soprattutto con i bambini”), e ha ribadito che continua a non avere dubbi su di sé, che è sempre quella di prima. E le incertezze le aveva anche ai tempi del Roland Garros 2010. Ormai Roma è andata, ed è un peccato. Anche se è difficile pensare a una Schiavone competitiva ai massimi livelli, è altrettanto impensabile che abbia disimparato a giocare a tennis. Orgoglio e carattere non le mancano, ma stavolta deve sbrigarsi a rimettere insieme i cocci di quel che è rimasto. Il tempo sta per scadere. Oppure, chissà, ha proprio bisogno che il tempo scada per ripartire da zero senza più scorie. Lo scopriremo al Roland Garros.