di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Dopo mesi davvero avari di soddisfazioni, Vera Zvonareva sceglie una location assolutamente sconosciuta al grande tennis per tornare a primeggiare nel circuito. La moscovita ha fatto valere il suo status di numero 1 del seeding nell’esordiente torneo Wta di Baku, capitale dell’Azerbaijan, che quest’anno ha preso il posto dell’appuntamento di Portorose.
Dopo aver faticato più del previsto nei quarti contro la giovane georgiana Anna Tatishvili, che l’aveva costretta in campo oltre tre ore, la numero 3 del mondo ha dominato gli ultimi due turni lasciando tre e cinque giochi rispettivamente a Mariya Koryttseva, in semi, e alla russa Ksenia Pervak nell’ultimo atto.
La giocatrice moscovita si è imposta con un comodo 6-1 6-4 che sarebbe stato ancora più netto se avesse sfruttato il doppio break di vantaggio nel secondo set che conduceva per 4-1. A condizionare la prestazione non esaltante della Pervak, anche un problema all'alluce del piede destro per la ventenne di Chelyabinsk, alla sua prima finale in carriera, lei che era stata semifinalista la scorsa settimana a Bad Gastein, dopo aver raggiunto gli ottavi a Wimbledon poche settimane fa.
La finale raggiunta oggi consentirà alla 20enne russa di accedere alle prime 50 posizioni del ranking Wta. Per Vera quello conquistato in terra azera è il dodicesimo successo in carriera, il secondo stagionale dopo il Qatar Ladies Open conquistato sulla numero uno del mondo Caroline Wozniacki.
Inizia adesso uno scorcio di stagione tradizionalmente favorevole alla Zvonareva che, dopo un inizio di 2011 positivo, culminato nella semifinale agli Australian Open e la vittoria di Doha, le ha regalato molti più dolori che gioie. Per quanto non nascondesse particolari insidie, il torneo di Baku rappresenta sicuramente un’iniezione di fiducia per Vera, costretta nei prossimi mesi a fronteggiare cambiali davvero pesanti. Nel giro di poche settimane, infatti, sarà chiamata a difendere i punti delle finali di Montreal, US Open e Pechino. Difendere il podio attuale sarà impresa assai improba.
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