Giornata positiva per il tennis italiano a Stoccarda: passano Errani e Vinci, ma anche la giovane Gioia Barbieri fa una buona figura contro la Kuznetsova.

Di Riccardo Bisti – 22 aprile 2014



E’ stata una bella giornata, al di là dei risultati. Tre italiane, una dopo l’altra, hanno monopolizzato il Campo Centrale di Stoccarda: Sara Errani, Gioia Barbieri e Roberta Vinci. I numeri dicono che abbiamo colto due vittorie e una sconfitta, ma il personaggio del giorno era la romagnola, alla prima apparizione nel tennis che conta. La Barbieri non è più una bambina (è classe 1991), ma ha sempre veleggiato nei tornei minori. Dall’anno scorso si appoggia alla San Marino Tennis Academy, dove lavora con Giorgio Galimberti e Francesca Guardigli. La nuova guida le ha cambiato mentalità, rendendola più aggressiva. E le ha permesso di passare sopra un delicato infortunio al piede che le ha fatto perdere le fasi-clou della scorsa stagione. Tre mesi “caldi” che l’hanno costretta a una super-attività sul finire dell’anno, con tanto di trasferte “esotiche” in Africa e nel sud-est asiatico. Ha ottenuto buoni risultati e tanta fiducia. Il Progetto-Barbieri, in questo momento, si trova al numero 228 WTA. Ma il livello di gioco mostrato contro Svetlana Kuznetsova fa ben sperare. “Sveta” non è più quella di un tempo, ma è pur sempre una ex numero 2 WTA e bicampionessa Slam. E’ interprete di un livello che la Barbieri aveva soltanto visto in TV. Durante lo stop forzato dell’anno scorso, aveva fatto indigestione di tennis in televisione. Adesso la protagonista era lei, in un torneo dalla forte esposizione mediatica. Ed è andata piuttosto bene: il 6-2 6-3 finale è parso dettato più dall’emozione dell’esordio che dalla reale differenza in termini di livello (che comunque c’era). Gioia è andata sotto in entrambi i set, non è riuscita a recuperare, ma ha dato l’impressione di potersela giocare. Per alcuni tratti, ha dato l’impressione di valere già un posto tra le top-100. Ovviamente una partita non è sufficiente per giudicare una tennista, e anche le tre vittorie nelle qualificazioni meritano conferme più importanti. Però la Barbieri sembra essere un nome su cui puntare per il futuro. In fondo ha la stessa età della Giorgi e appena un anno in più della Burnett.
 
SARITA E LE PALLE CORTE
Se Gioia può pensare al futuro, le veterane possono concentrarsi sul presente. Sara Errani ha inaugurato il programma sul Campo Centrale, affrontando la ceca Klara Koukalova, con cui aveva condiviso la settimana di Fed Cup. Sul veloce di Ostrava sarebbe stata un’altra storia, ma la terra battuta le ha certamente dato una mano. Sarita si è imposta con il punteggio di 6-3 6-4. L’azzurra è partita piuttosto bene, vincendo con agio il primo set. Più lotta nel secondo, quando è andata sotto di un break. Tuttavia, è stata brava a sfruttare le incertezze della Koukalova (parecchio fallosa) e di effettuare il sorpasso prima che il match si complicasse. “Mi piace variare il gioco con le smorzate – ha detto Sarita, sostenuta a bordo campo da coach Pablo Lozano, nonché da Roberta Vinci e Francesco Cinà – è un’ottima idea per sorprendere le avversarie. Quando stai correndo da una parte all’altra del campo, spesso è difficile rincorrere una smorzata inattesa”. In effetti, contro la Koukalova, l’arma ha funzionato piuttosto bene. Non è un mistero che Sarita abbia uno dei bracci più sensibili del circuito WTA. “Ho giocato tanti match, mi sono allenata molto su questo colpo e mi è sempre piaciuto. Mi piace giocare sui campi più piccoli, in modo da affinare il gioco di tocco. Può tornare utile nei momenti importanti di una partita”. Negli ottavi, la Errani se la vedrà con Kaia Kanepi (n. 23 WTA), con cui è 2-2 nei precedenti, anche se l’ultimo è del 2012.
 
ROBERTA E' TORNATA A DANZARE?
In chiusura di programma diurno, è arrivata una vittoria molto importante per Roberta Vinci. E’ presto per dire che la crisi è alle spalle, però si era visto qualcosa di buono già in Fed Cup contro la Kvitova. A Stoccarda, Roberta ha vinto e convinto contro Annika Beck, giovanissima tedesca di cui si dice un gran bene. Giocava in casa, aveva avuto più tempo per adattarsi alle condizioni di gioco, invece è stata battuta piuttosto nettamente. Un 6-3 6-2 che ravviva le speranze di una Vinci che sembrava in caduta libera. Quella di Stoccarda è la terza vittoria stagionale per una giocatrice che rischia di uscire dalle top-20. Ma quando gioca così può far male anche alle migliori. Per esempio, ad Agnieszka Radwanska, sua avversaria al secondo turno. La polacca è reduce da un duro weekend di Fed Cup a Barcellona. Roberta sa bene come metterla in crisi: basti pensare alla lezione inflittale un paio d’anni fa allo Us Open. Uno dei migliori match in carriera. Chissà che proprio la Radwanska possa segnare la rinascita di Roberta. La missione non è impossibile.