Al Queen’s ci sarà una bella finale tra Cilic e Nalbandian. Il croato supera Querrey in una sfida tra lungagnoni, mentre l’argentino contiene il talento di Grigor Dimitrov.
Il saluto tra Marin Cilic e Sam Querrey
Di Cosimo Mongelli – 17 giugno 2012
E’ tempo di semifinali al Queen’s, (fu) torneo prestigioso di preparazione a Wimbledon prima che il signor Gerhardt Weber si mettesse di mezzo. Le poche celebrità che hanno scelto Londra sono tutte mestamente tornate a casa. I nomi rimasti in gioco vedono da una parte l’americano Sam Querrey (n.77 ATP) e il croato Marin Cilic, testa di serie numero sei (la piu' alta rimasta in gara). E dall’altra il redivivo David Nalbandian, argentino, testa di serie numero 10, opposto al talentuoso bulgaro Grigor Dimitrov (72 ATP), 21 anni, volto nuovo, si spera non fugace promessa, per il tennis che verrà. Si comincia con l’improbabile sfida tra i lungagnoni Marin Cilic e Sam Querrey, 4 metri di ruvidezza tennistica, che danno vita, come da pronostico, ad un incontro di rara bruttezza, con pochissime emozioni e moltissimi sbadigli. Nel primo set l’americano non sfrutta la bellezza di nove palle break e Cilic , con molto cinismo, trasforma la prima delle tre concessegli dall’avversario per poi andare a servire per il set e concluderlo per 6-3 Il secondo set inizia con i giocatori che si strappano il servizio a vicenda e l’equilibrio si interrompe, definitivamente, al settimo game. Il croato cala leggermente d’intensità e l’americano sfrutta un’altra occasione, sul 4 a 3 , per strappare nuovamente il servizio all’avversario. Querrey serve per il set e conclude con uno speculare 6-3. Siamo al terzo e decisivo set e un ritrovato Cilic, assieme al vento, spazza via l’avversario. Querrey può veramente pochissimo e rischia anche di farsi molto male, volando per le erbe, nel tentativo, vano, di recuperare una saetta del croato nel punto lo porta a conquistarsi la palla break nel secondo game. Quindi doppio fallo, break e partita virtualmente finita. Il croato vola sul 4 a 1 e la chiude rapidamente, ancora 6-3. Conquista la sua prima finale su erba e quattordicesima in carriera.
Nella seconda semifinale, quella tra David Nalbandian e Grigor Dimitrov, è l’insensatezza la protagonista assoluta. I due giocatori sembrano non curarsi minimamente di mettere in piedi una qualsiasi tattica e tutto ciò rende l’incontro divertente e spettacolare, nonostante ci siano parecchi errori da una parte e dall’altra. Vedere quasi ogni punto i giocatori nei pressi della rete, in quest’era grama e magra per i volleatori, ha quasi del commovente. Cinque break nei primi sette giochi: quello decisivo, sul 3 pari, lo conquista l’argentino che poi non fa tremare la delicata mano e conclude per 6-4. Nel secondo set, un break in apertura fa presagire una comoda conclusione per l’argentino. Ma chi segue le vicende tennistiche del simpatico Nalba conosce la sua propensione al suicidio in prossimità del traguardo. La scelleratezza, infatti, si impossessa di David sul 3 a 2, complice anche un pizzico di sfortuna, e Grigor torna in vita. Il nono game di questo set è una gioia per gli occhi: Dimitrov dimostra tutto il suo talento e il suo contrario al tempo stesso. Più volte ha la palla del 5 a 4 ma, complici errori davvero clamorosi e punti spettacolari da parte del suo avversario , finisce col perdere il servizio, quello decisivo. L’argentino conclude comodamente sul 6 a 4, saluta l’avversario tra gli applausi del pubblico e ritrova una finale dopo un anno e mezzo. E contro Cilic può centrare quella vittoria che gli manca da quasi due anni. Il ragazzino bulgaro, se seguito e istruito, avrà tempo e modo di togliersi moltissime soddisfazioni.
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