Alexander Zverev non nasconde di aver ingaggiato Ivan Lendl con la sola intenzione di saziare la sua fame di Slam. "Lui ce l'ha fatta sia da giocatore sia da allenatore: sa cosa serve per vincere i tornei più importanti". Allo Us Open il primo test della nuova collaborazione. Con Lendl, a Murray bastarono 4 Slam per sbloccarsi: Zverev saprà fare più in fretta?Il corteggiamento è stato lungo e impegnativo, ma Alexander Zverev ce l’ha fatta. Qualche giorno fa è arrivato l’atteso “sì” di Ivan Lendl, da tempo individuato dal tedesco come l’uomo giusto per sconfiggere la sua fobia Slam. “Sascha” ha solo 21 anni, ma nei Major è riuscito solamente una volta a raggiungere i quarti di finale, quest’anno a Parigi e con parecchie difficoltà. Per il resto ha raccolto più delusioni che gioie, non riuscendo mai a esprimere al meglio dei cinque set lo stesso tennis che gli ha permesso di mettere un bacheca tre Masters 1000 e salire fino al numero 3 della classifica mondiale. Da lì la scelta di puntare su Lendl, uno che certi demoni li ha sconfitti prima da giocatore, vincendo il suo primo Slam dopo quattro finali perse e poi conquistandone altri sette, e poi da allenatore di Andy Murray. Lo scozzese si trovava nella sua stessa situazione: aveva perso tre finali su tre, così l’ha assunto e il suo quinto tentativo è stato quello buono. Ora la domanda è una sola: riuscirà l’ex numero uno ATP a fare esattamente lo stesso percorso con Zverev? Tecnica, tattica e fisico c’entrano poco, è solamente una questione psicologica. La buona notizia è che Zverev lo sa, e non ha avuto problemi a dire che la decisione di puntare su Lendl è data proprio dal desiderio di eccellere anche nei Major. “La ragione per cui ho scelto Lendl – ha detto da New York, primo test della nuova collaborazione – è perché voglio vincere i tornei più importanti del mondo. Ed è anche l’unico motivo per cui lui ha accettato l’incarico. Mi auguro che il suo aiuto si possa vedere presto. È un uomo fantastico. È riuscito a vincere degli Slam da giocatore e poi ce l’ha fatta anche da allenatore. Significa che sa cosa serve per farcela. Sa cosa serve per rendere i migliori giocatori ancora più forti. È per questo che ho voluto lui”.A MURRAY SONO BASTATI QUATTRO TORNEI
La sfida è affascinante per entrambi: Zverev deve trovare la strada per consacrarsi definitivamente fra i grandi, passaggio che dipende necessariamente dal rendimento negli Slam, mentre Lendl deve dimostrare di avere sul serio qualcosa più degli altri. “Con lui – ha continuato il tedesco – è aumentata un pochino l’intensità degli allenamenti, come è aumentato il valore di ciò che stiamo facendo. Già solo avere in campo una persona come Lendl aumenta il valore delle cose. Per ora la relazione sta andando benissimo, esattamente come deve. Mi auguro che possa continuare così”. La presenza nel suo angolo di un tipo duro come Lendl, che ride poco e non accetta compromessi, può servirgli (come serviva a Murray) anche per limitare alcuni atteggiamenti un po’ sopra le righe, che finiscono per fare del male solamente a lui stesso. “Abbiamo subito lavorato dal punto di vista tattico, ma anche da quello mentale. Sta provando a mostrarmi cosa serve per vincere i tornei del Grande Slam, e qualcosa l’ho già imparato”. Difficilmente allo Us Open vedremo uno Zverev diverso, perché i due hanno appena iniziato a lavorare insieme e certi meccanismi richiedono ore e ore di tempo per essere assimilati, ma fare meglio degli scorse edizioni è quasi un obbligo. Anche perché non è così complicato: in tre partecipazioni il tedesco ha vinto appena due partite, e nel 2017 si è arreso al secondo turno a Borna Coric. “Lo scorso anno ero molto stanco. Avevo giocato e vinto tanto, e l’avvicinamento al torneo era stato difficile dal punto di vista mentale, perché per la prima volta ero visto come uno dei favoriti. Una situazione nuova che mi aveva trovato impreparato. Quest’anno punto a giocare finalmente il mio miglior tennis anche qui, cosa che non ho mai fatto prima”. Con Lendl, Murray ha impiegato nove mesi per sfatare il tabù Slam: ha perso un’altra finale a Wimbledon, ma al quarto tentativo ha vinto lo Us Open 2012. Il tempo ci dirà se Zverev saprà fare più in fretta.
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