E' in edicola Il Tennis Italiano di agosto-settembre. Tante storie straordinarie: Roger Federer a Wimbledon, certo, ma la vicenda dei carcerati di Bollate che ritrovano la vita grazie a racchette e palline, e l'inchiesta su che fine hanno fatto gli ex top-100 italiani, sono solo le prime storie di 128 pagine da assaporare tutte d'un fiato.

Fine pena mai.
Se non conoscete il linguaggio giuridico, o non siete appassionati d cronache carcerarie, il numero di agosto-settembre di Tennis Italiano vi farà fare un lungo ed emozionante viaggio all'interno del penitenziario di Bollate, laddove si sta materializzando un miracolo di nome tennis. Persone che sono dentro per i motivi più disparati, talvolta gravissimi, hanno trovato in racchette e palline un riscatto personale, fors'anche una nuova ragione di vita. Il direttore Lorenzo Cazzaniga, Federico Ferrero e il fotografo Marco De Ponti hanno ottenuto i permessi necessari per visitare il luogo, il campo, le persone, l'aria che si respira. Ne è uscito l'emozionante reportage scritto da Ferrero, in cui scopriamo che “fine pena mai” non è altro che l'ergastolo ostativo. Da lì non uscirai mai, neanche se fai il bravo. Perché l'ergastolo tradizionale si può trasformare in una pena di 30 anni, che si traduce in permessi dopo appena 15. Il "fine pena mai" no. L'anima del progetto tennis (i cui praticanti sono tutti tesserati UISP) è Davide, “dentro” per un omicidio passionale. Una persona normale, come noi, costretto a pagare quell'attimo di follia che gli aveva regalato involontaria notorietà. Oggi ha 45 anni e ha riscoperto il tennis sabotando il codice della TV che consentiva di guardare soltanto i canali RAI e Mediaset. Per un paio di mesi, riuscì a guardare SuperTennis e da lì è rifiorita una passione che si deve scontrare con la difficile vita carceraria. Perché, quando sei dentro, anche la cosa più semplice può diventare un problema, tra richieste scritte, carte bollate e autorizzazioni da richiedere. Di Davide e dei suoi compagni d'avventura racconta quella che doveva essere la nostra Cover Story, che peraltro ha attirato l'attenzione del Corriere della Sera, che ha dedicato a Tennis Italiano un (bello) spazio sulla sua pagina web. Appoggiandoci alle “storie” di tennis, ve ne abbiamo raccontate altre quattro, con Lorenzo Cazzaniga e Federico Mariani: ex calciatori, tennisti senza un braccio e giocatori alle soglie di Wimbledon.

FEDERER, PENNETTA E GLI EX TOP-100 ITALIANI
Per ovvie ragioni, il 16 luglio ha cambiato i piani editoriali. Il 19esimo Slam di Roger Federer, ottavo a Wimbledon, ha imposto che in copertina ci finisse lui. E allora il successo londinese è stato raccontato da Marco Imarisio, inviato-top del Corriere della Sera, mentre Lorenzo Cazzaniga ci ha scodellato un ritratto del primo Federer, quello del biennio 2001-2002, che strapperà più di un sorriso se paragonato con quello che Roger rappresenta oggi. Agosto-settembre è un numero doppio, allora abbiamo deciso di aumentare lo sforzo e regalarvi un numero da collezione, da sfogliare avidamente sia al mare che in montagna. Marco Caldara si è lanciato in una complessa inchiesta, contattando diversi tennisti italiani con un passato da top-100 ATP. Partiamo da un dato: nell'Era Open, l'Italia ha avuto 38 top-100. Di questi, soltanto tre oggi hanno un impiego attivo con la FIT. Come mai così pochi? Che fine hanno fatto gli altri? Un affascinante giro d'Italia (e non solo), con racconti significativi e testimonianze di vario genere ci offre uno spaccato della situazione. Con una morale: non tutti hanno ricevuto offerte, e forse è un peccato: certi patrimoni di esperienza dovrebbero essere annaffiati con cura. Nella sua “gita” a Sky Sport durante Wimbledon, Marco Caldara ha incontrato Flavia Pennetta: la brindisina ha rilasciato un'interessante intervista, tutta da leggere, con un paio di passaggi divertenti (vedi i “2 di picche” intascati da Rafael Nadal) e considerazioni importanti su quello che potrà essere il suo futuro. Davvero da non perdere. Lo spazio Next Gen è dedicato ad Andrey Rublev: abbiamo incontrato il russo qualche settimana prima del successo a Umago e ne è venuto fuori un ritratto molto interessante, con una chicca: nonostante sia uno dei giocatori su cui si punta di più….pure lui si è stufato del bombardamento mediatico sulla Next Gen!

PAOLO VILLAGGIO, TECNICA E ATTREZZATURA
Non poteva mancare la penna di Corrado Erba, che ci ha offerto un bel ricordo di Paolo Villaggio. Scomparso qualche settimana fa, una volta disse “Non credo in Dio, ma credo nella Sampdoria”. A giudicare dalla sua passione per il tennis, peraltro sfociata in un bel libro con protagonista anche Adriano Panatta, credeva anche in racchette e palline. La parte dedicata alla tecnica offre i preziosi consigli di Diego Nargiso, mentre la preparazione atletica è curata – come sempre – da Lorenzo Falco, il quale offre uno dei consigli più preziosi per un tennista amatoriale: come recuperare fisicamente quando si giocano tante partite in un breve lasso di tempo. In attesa delle tradizionali novità autunnali, la parte dedicata all'attrezzatura offre i test di due prodotti di grande qualità: la racchetta Tecnifibre T-Flash 300 e le scarpe Yonex PC Eclipsion II. A proposito di attrezzatura, vi offriamo un'imperdibile guida per scegliere la corda più adatta alle vostre esigenze.

RACCONTI DALL'ITALIA
Federico Mariani è andato al torneo internazionale Under 12 di Porto San Giorgio, dal quale ha estratto un racconto molto gradevole, presentandoci il baby fenomeno Marc Majdandzic, nonché raccogliendo un'intervista con Luca Quinzi, papà di Gianluigi, il quale ci ha raccontato le vicissitudini vissute negli ultimi anni quando le varie aspettative si sgretolavano. Ma ce le ha raccontate dalla parte della famiglia. Numero doppio, sforzo doppio anche per le interviste: Riccardo Bisti ha raggiunto l'altro ragazzo che qualche anno fa faceva sfracelli insieme a Quinzi: Filippo Baldi è un ragazzo di qualità umane importanti e ci ha accompagnato nel suo mondo, senza nascondere gli errori e raccontandoci emozioni e speranze per quello che sarà. Abbiamo conosciuto meglio anche il giovane Liam Caruana, classe 1998, che con il suo italiano un po' stentato è transitato dalle nostre parti (centrando una buona semifinale a Todi) prima di tornare in Nord America, dove resterà fino a novembre. A chiudere, lo spazio dedicato al padel, disciplina sempre più seguita nel nostro paese. A causa del tant(issim)o materiale a disposizione, abbiamo sospeso alcune rubriche (che ovviamente torneranno), ma non mancano le statistiche di Luca Brancher. L'ultima pagina è sua, in cui elenchiamo quei 45 giocatori che…