L'ultima immagine lo vede a passeggio per una stradina di campagna, il giorno di Pasqua, insieme alla moglie e al primogenito Stefan. Novak Djokovic non ha ancora rilasciato dichiarazioni riguardo alla separazione con Andre Agassi, scegliendo un basso profilo in attesa di tornare a giocare. Da quando si è fermato dopo Wimbledon, l'ex n.1 ha giocato appena sei partite (quattro in Australia, una a Indian Wells e una a Miami) e adesso si ritrova senza il super-coach annunciato lo scorso maggio, durante gli Internazionali BNL d'Italia. Resta Radek Stepanek, ottimo amico ancor prima che tecnico. Per quanto il ceco sia una persona valida e con una visione lucida, non ha nessuna esperienza come allenatore. Sistemato il problema al gomito, Djokovic ha aggiunto alla sua programmazione il Masters 1000 di Monte Carlo, al via il 15 aprile. Sarà un modo per rispondere sul campo alle mille incertezze che lo attanagliano. Ma chi lo conosce, soprattutto in Serbia, parla. Eccome, se parla. Per tanti anni, Bogdan Obradovic è stato il suo capitano in Coppa Davis. A suo tempo, fu tra i primi a manifestare perplessità per la partnership con Agassi. “Penso di avere il diritto a commentare la situazione – ha detto Obradovic – poiché conosco Novak da molti anni, e so di cosa ha bisogno. Questa collaborazione non mi è mai piaciuta, sin dall'inizio. Il loro accordo non andava bene: Agassi sarebbe stato presente solo ai grandi tornei. Non è abbastanza”. Secondo Obradovic, il suo connazionale ha bisogno di un team a tempo pieno, che lo segua ovunque. Ha ricordato il team con Marian Vajda, Dusan Vemic e tutti gli altri. “Non so se potrà creare un'atmosfera così positiva trovando persone simili a loro, o magari richiamando le stesse”.
"DJOKOVIC HA AIUTATO AGASSI"
Perplessità a parte, Obradovic è convinto che Novak possa effettuare un ritorno ad alti livelli, proprio come è successo a Roger Federer e Rafael Nadal. “Lo apprezzo molto, mette il cuore in ogni cosa che fa, per lui voglio solo il meglio. Ha il mio pieno sostegno e sarò disponibile se avesse bisogno di me”. Tra le altre cose, Obradovic non ha compreso perché Nole abbia lasciato andare Radek Stepanek prima del torneo di Miami. Non essendo prevista la presenza di Agassi, è rimasto senza una vera guida. “Tornare in Repubblica Ceca prima del torneo… ok, so che deve diventare padre, ma non lo capisco”. Ha espresso notevoli perplessità anche Radmilo Armenulic, ex coach serbo. A suo dire, Agassi ha lasciato l'incarico perché “non sapeva più cosa fare”. “Io mi sono opposto a questa collaborazione sin dall'inizio, perché Agassi non ha fatto niente per Novak. Anzi, penso che sia stato Djokovic a rendere Agassi un coach. Non avendo mai fatto l'allenatore, non aveva l'esperienza necessaria per dargli una mano. Nole gioca da fondocampo meglio di quanto faceva Agassi, è superiore anche nella risposta al servizio… Agassi come avrebbe potuto aiutarlo?”. In questo momento Nole è sceso al numero 13 ATP, ma la classifica non è certo un problema. La necessità è ritrovare forma fisica, tecnica e risultati. Con così poche partite nelle gambe, giocare a Monte Carlo può essere una buona idea. A patto che trovi un rendimento sufficiente, altrimenti rischia di entrare in una spirale di risultati negativi che gli è sconosciuta. E poi: perso Agassi, che farà? Cercherà un nuovo mentore?