Dopo quattro anni e mezzo, Nicole Vaidisova torna a giocare. Ad Albuquerque ha perso al secondo turno e ha mostrato buone cose. “Nella mia precedente carriera pensavo solo a vincere”. Adesso, invece, gioca col sorriso. Dove può arrivare?

Di Riccardo Bisti – 23 settembre 2014

 

E' difficile capire cosa sia passato per la testa di Nicole Vaidisova. In realtà, la sua storia è piuttosto simile a quella di tante baby prodigio che si sono susseguite negli ultimi 40 anni. La sesta giocatrice più giovane di sempre ad entrare tra le top-100 era diventata una top-10 ancora minorenne, poi è stata travolta dagli infortuni e dalla voglia di vivere una vita normale. Tre anni tra le prime venti, una crisi improvvisa e poi il ritiro a 20 anni. Storie viste e riviste. Quello di Nicole fu un addio soft, senza troppo clamore, forse perchè ci eravamo abituati a storie di questo genere. Per lei nessuno scandalo, nessuna vicenda doping, nessun dramma personale. Semplicemente, una scelta. L'avevamo rivista un paio d'anni fa, quando la Repubblica Ceca vinse la sua prima Coppa Davis dopo 32 anni. Era a bordocampo, insieme ad Ester Satorova (fidanzata di Tomas Berdych) a tifare per il suo Radek Stepanek nella finale contro gli spagnoli. Pure lei era stata stregata dal fascino (?) di Stepanek. Ma la coppia andò oltre: i due si sposarono e sembravano pronti a una vita insieme, magari felice, magari piena di eredi. Invece è franato tutto, quando Stepanek è finito tra le braccia di Petra Kvitova. Una love story già terminata, ma questa è un altra storia.


"NON POSSO VINCERE TUTTO E SUBITO"

Stavolta la protagonista è Nicole, tipica esponente delle “ova” che hanno invaso il circuito a cavallo tra gli anni 90 e i primi anni duemila. Lunghi capelli biondi, duri allenamenti, grandi botte da fondocampo e poco altro. L'ultima partita l'aveva giocata quattro anni e mezzo fa, ad Hammond, nei pressi di Los Angeles, perdendo in due set da una giovanissima Heather Watson. Il vaso era colmo. Dopo un lungo periodo di allenamento, la bella Nicole ha scelto nuovamente gli Stati Uniti per ripartire. A 25 anni, ancora giovanissima per avere una buona carriera, ha accettato una wild card per il torneo di Albuquerque, New Mexico. 75.000 dollari di montepremi per tante giocatrici di discreto livello, ma comunque di secondo piano. C'era la giovane Tornado Black, la nostra Gioia Barbieri (ai primi tornei sotto la guida di Claudio Pistolesi), la promessa francese Amandine Hesse, l'ex prodigio Melanie Oudin e l'urlatrice Michelle Larcher De Brito. E poi c'era anche lei, canotta rossa, gonnellino e visiera neri griffati Reebok, lo stesso sponsor tecnico che la seguiva anni fa. Così come la racchetta Yonex con cui aveva vinto sei titoli WTA ed era entrata tra le prime dieci. Al primo turno ha battuto 6-3 6-4 la coetanea Sesil Karatantcheva, pure lei passata da momenti difficili. Anni fa, ancora adolescente, fu squalificata per doping e farfugliò spiegazioni fantasiose, come l'essere rimasta incinta. E' tornata, abbandonata dalla Bulgaria, ed ha accolto l'offerta del Kazakistan. Non è mai tornata ai livelli di un tempo. Infatti la Vaidisova si è imposta 6-3 6-4. “E' stato surreale – ha raccontato la ceca – era la mia prima partita dopo oltre quattro anni. E' stato un po' snervante, ma sono contenta di avercela fatta”. L'avventura è poi terminata negli ottavi contro la britannica Johanna Konta, ma è stata una battaglia di tre set. Insomma, i segnali sono incoraggianti. In questi due match, la Vaidisova ha mostrato scorci della baby prodigio che aveva raggiunto due semifinali Slam. Ma è ancora presto per capire dove potrà arrivare. “Non posso essere arrogante e dire, dopo quattro anni, che posso tornare e vincere tutto. Ho ancora un lungo cammino davanti. Il risultato non conta granchè, so che fa parte del viaggio, del piano che ho studiato per tornare dov'ero”.


LE PROSPETTIVE DI NICOLE

“All'inizio è stato piuttosto difficile, ma poi ho mostrato tutta la mia potenza” ha detto dopo la vittoria al primo turno. Ciò che ha sorpreso, in positivo, è la capacità di coprire piuttosto bene il campo. Raramente è parsa fuori posizione, difficilmente l'abbiamo vista sbuffare. Onestamente, non sembrava che fosse ferma da quattro anni e mezzo e reduce da due operazioni chirurgiche alla spalla destra. A margine dell'impegno, Nicole ha detto di aver vissuto piuttosto bene il periodo fuori dal tennis. Ha potuto trascorrere molto tempo con gli amici e la famiglia, senza la pressione di dover vincere una partita di tennis. Ovviamente non ha fatto menzione dei quasi tre anni di matrimonio con Stepanek, ma era prevedibile. “Avrei voluto gestire meglio la pressione quando ero adolescente – ha detto – mi piacerebbe dare qualche consiglio alle giovani che stanno emergendo adesso. Potrei raccontare la mia esperienza. Le vedo molto esaltate, credo che sia bello. Direi loro di divertirsi, molto di più di quanto abbia fatto io allora. All'epoca l'unica cosa che contava era vincere, vincere, vincere. Non mi divertivo molto”. Nei giorni trascorsi ad Albuquerque, tutti hanno avuto l'impressione che Nicole si divertisse molto. E adesso ci si domanda dove può arrivare. L'ingresso tra le top-100 sembra decisamente alla sua portata. Se Kimiko Date ce l'ha fatta a quasi 40 anni, dopo 12 di stop, la Vaidisova può imitarla. Tornare tra le top-10? Sembra più difficile. Ma la serenità e il piacere di giocare fanno miracoli. I casi di Tommy Haas, dello stesso Stepanek, di Kimiko Date, insegnano che certi traguardi non sono impossibili. In questi giorni, la ceca è impegnata a Las Vegas, dove le hanno concesso una seconda wild card. Il tabellone non sembra proibitivo: al primo turno troverà una qualificata, poi la vincente di Cepede Royg-Muhammad. Riuscirà, la bella Nicole, a scrivere una delle storie del 2014?