Muore lo storico appuntamento di Dusseldorf. Si parla di 660.000 euro di debiti. Gli organizzatori sperano di portare un torneo ATP, ma la vecchia Coppa delle Nazioni non si giocherà più.
La Serbia di Tipsarevic, Troicki e Zimonjic resterà l’ultima vincitrice della World Team Cup
 
Di Riccardo Bisti – 3 ottobre 2012

 
Se ne va un pezzo di storia del tennis. Il Campionato del Mondo a squadre, la World Team Cup di Dusselorf, non esiste più. In realtà avrebbe dovuto morire già due anni fa, quando lo storico sponsor ARAG aveva lasciato in braghe di tela gli organizzatori. Avevano già annunciato la cancellazione, quando un nuovo main sponsor (Power Horse) ha consentito al malato terminale di restare in vita per altre due edizioni. Proveranno a salvarlo ancora una volta, organizzando un torneo individuale del circuito ATP. “Non sappiamo ancora cosa fare, ma sono ottimista sulla possibilità di portare a Dusseldorf un torneo ATP” ha detto il direttore del torneo Dietloff von Arnim. La 36esima edizione avrebbe dovuto giocarsi dal 17 al 25 maggio 2013. Storico evento di preparazione al Roland Garros, era apprezzato dai giocatori per il clima rilassato, le condizioni simili a Parigi (superficie, clima, palle) e la possibilità di portare il coach in panchina. Oltre a qualche soldo e punto ATP, il che non guasta. Proveranno a mettere insieme un piccolo torneo da 400.000 dollari di montepremi, meno costoso e meno attraente. Già si parla di un tabellone a 28 giocatori. Se il progetto andasse in porto, la Germania continuerebbe ad avere cinque tornei ATP: Dusseldorf si aggiungerebbe ad Amburgo, Monaco di Baviera, Stoccarda e Halle. La quantità c’è, ma la qualità è franata. Fino a una dozzina d’anni fa, la Germania era il cuore pulsante del tennis europeo. Hanno organizzato il Masters ATP per tutti gli anni 90 (sei edizioni a Francoforte, quattro ad Hannover), avevano due Masters 1000 (Amburgo e Stoccarda indoor), e si erano inventati una maxi esibizione che contava quasi quanto il Masters: la Grand Slam Cup. La ricordate? Si giocava a Monaco di Baviera, era riservata ai 16 giocatori che avevano ottenuto i migliori risultati negli Slam e metteva in palio un montepremi da capogiro. Se perdevi al primo turno intascavi 100.000 dollari, che lievitavano fino a 2 milioni per il vincitore. Erano anni d’oro, spinti dalla presenza di campioni (e personaggi) come Boris Becker, Steffi Graf e Michael Stich.
 
Anni che oggi sembrano lontanissimi. E sale la malinconia nel leggere le affermazioni di von Arnim: “Come parco giocatori, la World Team Cup aveva qualcosa in più rispetto ad Amburgo, Monaco di Baviera e Stoccarda. Vorremmo restare su questi livelli”. Detto che sarà ben difficile, perché i (pochi) top players andavano a Dusseldorf per la particolarità dell’ambiente (quindi non saranno attratti da un semplice torneo ATP alla vigilia di uno Slam), fa tristezza pensare a una Germania che deve elemosinare la presenza di qualche top 20, quando fino a pochi anni fa i giocatori si sarebbero scannati per un posto alle ATP Finals o alla Grand Slam Cup. Non è ancora chiaro se Power Horse, sponsor delle ultime due edizioni, continuerà a supportare il progetto. E’ possibile, poiché un rappresentante della marca di bevande energetiche presenzierà alla conferenza stampa convocata per il 9 ottobre, in cui verranno svelati i progetti futuri. Parteciperà anche Rainer Schuettler, ex numero 5 ATP e finalista all’Australian Open. Qualcuno ha sussurrato che potrebbe essere lui il nuovo direttore del torneo: con i suoi buoni contatti in seno all’ATP potrebbe dare un impulso al progetto. “Finora non abbiamo fatto nulla, sinceramente non mi vedo come direttore del torneo” ha detto all’agenzia DPA, anche se qualcuno sussurra che sia stato proprio lui ad acquistare la licenza del torneo insieme a Ion Tiriac. La World Team Cup è nata nel 1978 come “Coppa delle Nazioni”, e si è costruita una tradizione importante. Senza scomodare i campioni che l’hanno giocata, basti ricordare qualcuno che l’ha vinta: Guillermo Vilas, Manolo Orantes, Ivan Lendl, John McEnroe, Jimmy Connors, Stefan Edberg, Boris Becker, Sergi Bruguera, Pete Sampras, Michael Stich e Ivan Ljubicic. L'Italia di Panatta, Barazzutti e Bertolucci ha giocato due finali consecutive, nel 1979 e nel 1980. Il torneo morirà definitivamente, nel senso che non verrà riproposto in un’altra sede. Alcuni report dalla Germania sostengono che il torneo aveva accumulato debiti per 660.000 euro. Con queste premesse non si poteva andare avanti. Chissà se riusciranno a ricostruire dalle ceneri.