Dal 2017 sparirà il mitico “Serving Man”, figura stilizzata che ha accompagnato l’Australian Open per ventidue edizioni. Forse rappresentava il movimento al servizio di Stefan Edberg, ma non lo sanno con certezza neanche gli organizzatori. Il prossimo logo manterrà il blu come colore principale. “E siamo sicuri che vi piacerà”.

In un tennis con sempre meno certezze, uno dei pochi punti di riferimento erano i loghi delle quattro prove del Grande Slam. Perfetti, intoccabili, pilastri del marketing. Tuttavia, dal 2017, cambierà qualcosa. All’Australian Open non vedremo più “Serving Man”, l’uomo al servizio che accompagnava il torneo dal 1995. Pare che la silhouette originale fosse modellata su Peter Johnston, ex giocatore australiano nonché vicedirettore dell’Australian Open, mentre il movimento sarebbe stato preso da un servizio di Stefan Edberg. La notizia del cambiamento è emersa qualche settimana fa, durante lo Us Open, e ha avuto ufficialità nelle ultime ore, quando il profilo Facebook del torneo ha pubblicato un filmato di commiato (che trovate qui sotto): “Serving Man” ricorda i campioni e le modifiche a cui ha assistito nelle ultime 22 edizioni, poi esce dalla sua sede naturale, tira un dritto e un rovescio, come a salutare tutti, e poi torna al suo posto.

“Serving man non è stato creato per l’epoca digitale: era pensato per la stampa, poi ha sofferto nel passaggio da una realtà all’altra – ha detto Jo Juller, responsabile marketing dell’Australian Open – inoltre non ha più senso mettere un uomo nel logo di un evento che offre lo stesso montepremi anche alle donne. Noi abbiamo sempre avuto la parità del prize money, e il 65% dei nostri spettatori sono donne. Per tutta questa serie di ragioni, abbiamo pensato che fosse il momento di mandarlo in pensione. In qualche modo rimarrà, non scomparirà del tutto, farà qualche cameo nel corso del torneo. Fa ancora parte della nostra storia e lo amiamo davvero, è una figura particolare”. A rendere ancora più mitologica la figura del “Serving Man” è il mistero sulle sue origini: Juller ci ha scherzato su. “Qualcuno sostiene che sia Ivan Lendl, qualcun altro che sia Edberg e Johnston, ma la verità che non sappiamo esattamente chi rappresenti. L’unica certezza è che fa parte della nostra storia. Lo vedrete ancora camminare per il torneo. Diventerà una specie di ambasciatore”.

Nei primi anni 90 l’Australian Open aveva colpito tutti con la grafica a uso e consumo dello spettatore TV, in cui veniva rappresentata la cartina dell’Australia nella sovrimpressione di ogni punteggio, peraltro “abbracciata” da un simpatico pupazzetto a forma di pallina. Per adesso non sono uscite indiscrezioni sul nuovo logo: per adesso ci scherzano su. “Abbiamo creato qualcosa in base a quello che la gente pensa dell’Australian Open. E’ un look fresco e simpatico che manterrà il blu come colore predominante. Questo lo possiamo confermare. E vi piacerà”. Probabilmente ci affezioneremo anche alla nuova immagine, ma non c’è dubbio che – con l’omino al servizio – se ne vada anche un pezzo di storia.