L'Open degli Stati Uniti è l'unico Slam in cui si gioca il tie-break nel set decisivo. Ma possiede un'altra particolarità, destinata a scomparire nel 2018. Tra qualche giorno inizieranno le selezioni per i raccattapalle: è più corretto parlare di “ball-persons” e non “ball-kids” perché trovano spazio anche gli adulti, nonché anche alcuni reduci di guerra. Ma la novità è un'altra: per la prima volta, i raccattapalle dovranno passarsi le palle facendole rotolare per terra, da una posizione all'altra, come accade in quasi tutti i tornei. Lo Us Open era l'unico in cui era consentito lanciarsi le palline da una parte all'altra dal campo, a mò di lanciatori di baseball, bypassando i raccattapalle situati a rete. La USTA ha deciso così perché troppi aspiranti non riuscivano a lanciare correttamente le palline. In effetti, si tratta di uno spazio di quasi 40 metri, non esattamente una passeggiata. Secondo gli organizzatori, il lancio è il compito più difficile per ciascun raccattapalle, ancor più che la capacità di “bloccare” la pallina. In passato, l'incapacità di lanciare ha costretto a scartare diversi candidati che altrimenti sarebbero stati più che qualificati. “Facendo rotolare la palla per terra, metteremo meno enfasi su una singola capacità – ha detto Tina Taps, responsabile dei raccattapalle dello Us Open – adesso potremo concentrarci sulla velocità, la destrezza e l'agilità, caratteristiche altrettanto importanti per un raccattapalle, oltre alla capacità di muoversi nel modo giusto”.
MAGGIORE FLESSIBILITÀ
Lo Us Open è nato nel 1881: una storia lunga, che impedisce di capire a quando risale l'attuale tradizione. È certamente così da molti anni. La Taps riveste il ruolo da 30 anni: intervistata dal New York Times, ha smentito che il cambiamento sia stato effettuato perché i ragazzi di oggi non hanno le capacità motorie di quelli del passato. Semplicemente, l'idea è rendere “idonei” più ragazzi che non hanno la forza o la capacità di effettuare un lancio da baseball. Fino all'anno scorso, era un requisito necessario per operare sulla linea di fondo, dove stazionano due terzi dei raccattapalle. Oltre a occuparsi delle esigenze dei giocatori (ormai è stata sdoganata l'abitudine di usare l'asciugamano tra un punto e l'altro), avevano il compito di consegnare le palle ai colleghi dall'altra parte del campo, senza passare da quelli posizionati a rete. Ma non tutti erano in grado di fare un buon lancio: per questo, le nuove norme permetteranno al torneo di avere maggiore flessibilità. E c'è la speranza che più persone si possano presentare alle selezioni. Per entrare nello staff bisogna avere almeno 14 anni: come detto, lo Us Open è l'unico Slam che accetta ball-persons adulti, o comunque di età superiore ai 18 anni. L'età media resta comunque bassa, e il ruolo è ancora piuttosto “maschile”, visto che la presenza di ragazzine si attesta sul 25%. Le nuove norme potrebbero aumentare la diversificazione di età e di genere. “Speriamo che accada, ma non ne siamo sicuri – dice la Taps – potrebbe esserci la ragazza che l'anno scorso non era in grado di lanciare bene la palla, e che magari oggi sta pensando di avere una possibilità in più”.
"SCOMPARE UNA TRADIZIONE"
I provini si terranno martedì prossimo: lo staff complessivo comprende 275 raccattapalle: buona parte sono già arruolati, mentre i provini metteranno in palio circa 100 posti. Dal 2018, dunque, lo Us Open si uniformerà agli altri tornei: si perderà un pizzico di intrattenimento, ma la novità dovrebbe passare poco più che inosservata ai giocatori, stra-abituati alla condotta “classica” dei raccattapalle. Non tutti sono contenti della novità: “In effetti, questo sistema faceva parte dell'identità del torneo – ha detto il 19enne Gill Gross, ex raccattapalle a Flushing Meadows – se Wimbledon eiminasse panna e fragole, il torneo crollerebbe? No, ma perderebbe uno dei suoi tratti caratteristici”. Tuttavia, ha ammesso che lanciare la pallina da una parte all'altra del campo è più complicato di quel che sembra. “Anche per questo eravamo piuttosto orgogliosi nel vedere che gli altri tornei utilizzano il sistema tradizionale. Avevamo la sensazione di avere un'abilità speciale, assente negli altri”. Dopo aver guidato per diversi anni la WTA, oggi Stacey Allaster è responsabile del settore professionistico per conto della USTA. A suo dire, il “lancio” era un fattore che scoraggiava il tentativo di troppi potenziali candidati. “Speriamo che adesso ci provino, così come tutti quelli che in passato erano stati scartati”. La Taps ha concluso dicendo che far rotolare la palla potrebbe non essere altrettanto facile. Ok, non è una passeggiata. Però, in effetti, è un'altra cosa.