Numero 7 del mondo, è stato il primo spagnolo a centrale un ‘Masters 1000’. E incantava con il rovescio in back

Una brutta notizia, Juan Aguilera non è più tra di noi: una malattia se lo è portato via a soli 63 anni.
Non è stato un campionissimo ma un ottimo giocatore (numero 7 atp) e soprattutto uno divertentissimo da vedere, specie per quel rovescio in slice semplicemente perfetto, tanto da diventare quasi proverbiale, con la palla che non si alzava quasi da terra dopo il rimbalzo.
E’ stato sfortunato, sia perché è capitato in una era di grandi campioni sia perché guai fisici lo hanno fermato nel suo momento migliore
Ebbe la forza di rientrare e vincere Amburgo (allora assieme a Roma il più importante torneo sulla terra dopo Roland Garros), per la seconda volta battendo a casa sua Boris Becker e se ricordo bene anche Chang e Ivanisevic. grazie a questo successo è diventato il primo spagnolo a vincere un Masters 1000.
L’ultima finale la perse a Palermo contro Franco Davin, poi altri guai fisici gli fecero dire basta. Quanto servirebbero oggi giocatori come lui: diversi, particolari, divertenti, che sapevano fare tutto.
Lo conoscevo poco, Juan, ma era un ragazzo semplice. Ovunque giocasse aveva un suo seguito perché non ricordo una partita sua in cui ci si annoiava; gli aficionados lo sapevano e anche se non era un centrale, il campo dove giocava era sempre pieno. Addio Juan, che la terra ti sia lieve.