Il torneo messicano potrebbe cambiare superficie dal 2014. Il cemento potrebbe migliorare la qualità dell’entry list. Ma le tradizioni dove le mettiamo? DI RICCARDO BISTI
David Ferrer ha vinto il torneo di Acapulco nel 2011

Di Riccardo Bisti – 18 febbraio 2012

 
Se ne parla da tempo, ma dopo continui rinvii sembra giunto il momento: il torneo ATP di Acapulco potrebbe passare dalla terra al cemento. L’anno della svolta dovrebbe essere il 2014. “Dopo tanti anni, è giunto il momento di dare una svolta” ha detto Raul Zurutuza, direttore dell’Abierto Mexicano Telcel. Il principale torneo messicano (paese che ospita anche alcuni challenger) è nato a Città del Messico nel 1993, poi nel 2001 si è spostato nella nota località balneare di Acapulco. I vertici del torneo ritengono che il cambio di superficie potrebbe essere una svolta per dare ancora più qualità a un torneo che dal 2010 ha assunto lo status di “500”. Zurutuza ha spiegato cose già note: subito dopo il termine di Acapulco inizia Indian Wells, primo Masters 1000 della stagione. Sul cemento californiano ci saranno i primi 10 del mondo, dunque Acapulco potrebbe essere una tappa ideale per preparare Indian Wells, ancora di più rispetto a Dubai. Negli Emirati si gioca sul cemento, ma dall’altra parte del mondo. Il problema del torneo messicano sta proprio nell’opposizione dei giocatori, guidati proprio da Rafael Nadal, che preferirebbero mantenere la terra battuta.
 
“Abbiamo conquistato tanto in termini di qualità con l’elezione a torneo 500 – continua Zurutuza – c’erano molti tornei che ambivano a questo status, e noi siamo riusciti a far parte degli 11 che ce l’hanno fatta. Detto questo, adesso dobbiamo aprirci ad ospitare nuovi giocatori”. Il torneo in programma dal 26 febbraio al 3 marzo conta su un campo di partecipazione buono ma non straordinario. In campo ci sarà un solo top 10, David Ferrer. Il numero due sarà Nicolas Almagro, numero 11 del ranking ATP. I due sono anche i finalisti della passata edizione. Attualmente l’unico ad essersi cancellato dal tabellone è Tommy Robredo (prossimo a un’operazione chirurgica che lo terrà fuori fino ad aprile), ma il suo posto sarà preso da un altro nome importante come David Nalbandian. Tra le novità dell’edizione 2012 c’è l’ampliamento delle tribune sul secondo campo, la cui capienza passerà da 700 a 2000 spettatori (cui si aggiungono i 7.500 del campo centrale “Mextenis”). In programma anche il torneo WTA, cui parteciperà la nostra Flavia Pennetta, testa di serie numero 1 e vincitrice in due occasioni (2005 e 2008) nonché finalista in quattro (2004, 2006, 2007 e 2009). “Il torneo WTA è un’ottima appendice – ha concluso Zurutuza – continuando così, tenendo il cut-off sotto il numero 100 WTA e invitando qualche top 10 come Venus Williams, penso che possa dare una mano al torneo maschile”.
 
Se il passaggio al cemento dovesse realizzarsi per davvero, potrebbero esserci ripercussioni anche sugli altri tre tornei della “Gira Sudamericana”. Prima di Acapulco si giocano Vina Del Mar, San Paolo e Buenos Aires. Restando sulla terra, potrebbero avere qualche problema in termini di entry list. Anche a Buenos Aires, in effetti, si è parlato di un possibile passaggio al cemento. Ci sarebbero meno problemi in campo femminile perché l’unico torneo sul rosso è Bogotà, mentre Monterrey già si gioca sul cemento. E’ vero che i tornei devono fare i loro interessi, ma c’è anche una tradizione da rispettare. “Cementificare” questi tornei significherebbe dare una mazzata a una superficie storica e toglierebbe ancora più varietà al circuito, peraltro già minata dall’abolizione dei tappeti sintetici e dal rallentamento dell’erba. Senza contare che giocare troppi tornei sulla stessa superficie porterebbe a un’eccessiva omologazione degli stili di gioco. Fenomeno che, purtroppo, esiste già da qualche anno.