LA PROVOCAZIONE – Andy Roddick è convinto che la tecnologia abbia tolto spontaneità e interazione tra arbitri e giocatori. “Il tennis deve essere divertimento!”.

Di Riccardo Bisti – 4 gennaio 2015

 

Andy Roddick ha spesso rilasciato dichiarazioni interessanti. Anche per questo si è riciclato (con successo) nel ruolo di opinionista. Sette anni fa, durante una partita all'Australian Open contro Philipp Kohlschreiber, persa in cinque set, disse alla folla: “Ragazzi, andate a scuola, altrimenti rischiate di fare gli arbitri”. Ovviamente ce l'aveva per qualche (presunta) decisione sbagliata del giudice di sedia. Roddick parlava spesso con gli arbitri. D'altra parte aveva avuto un battesimo di fuoco nel 2001, meno che ventenne, quando ne disse di tutti i colori al giudice di sedia durante un epico match contro Lleyton Hewitt. Oggi, a poco più di due anni dal ritiro, teme che la tecnologia abbia “robotizzato” il gioco. O meglio, crede che non ci sia sufficiente interazione tra giocatori e ufficiali di gara. Ed ecco la proposta-shock: abolire occhio di falco, altrimenti il sistema-tennis rischia di essere gravemente alterato. “E' un'opinione diversa rispetto a quella che avevo da giocatore, ma mi piacerebbe che venisse eliminato occhio di falco” ha detto durante Open Court, famosa trasmissione tennistica di CNN. “Ho come l'impressione che i giocatori abbiano perso molta della loro personalità. Se qualcuno va a parlare con l'arbitro, non cambierai mai canale. E' impossibile”. Eppure il sistema “Hawk Eye”, introdotto tra il 2005 e il 2006, è ormai entrato nello spirito del gioco e spesso ci si lamenta quando non c'è, oppure quando un giocatore 'danneggiato' ha esaurito le chiamate a disposizione. E' considerato uno strumento di regolarità del gioco, anche se ha un margine d'errore di oltre 3 millimetri. Il suo utilizzo ha varcato i confini del tennis, passando al cricket e persino al calcio per valutare i casi di “gol-non gol”. Tuttavia, Roddick non è solo nella sua avversione al supporto tecnologico.


ARBITRI CON MENO RESPONSABILITA'

Ad affiancarlo in questa battaglia virtuale c'è persino Roger Federer. Nel 2007, durante la finale di Wimbledon contro Rafa Nadal, lo svizzero chiese (senza essere accontentato) lo spegnimento della macchina. E un paio d'anni fa anticipò quanto detto da Roddick: “Quello che mi piace del tennis senza occhio di falco è il maggior dibattito tra giocatori e arbitri”. Roddick ha spiegato che i tennisti di oggi sono molto amati ed è giusto che sia così, ma il tennis ha un potenziale di intrattenimento che oggi non è molto sviluppato. Ha citato se stesso, ma anche Marat Safin e il mitico John McEnroe come giocatori che sapevano dare qualcosa al di là della vicenda tecnica. Giocatori che sapevano emozionare anche con qualche comportamento fuori dalle righe. “McEnroe è ancora in giro ed è molto amato dalla gente” ha chiosato Roddick. In effetti la tesi è confermata dal calore degli italiani durante la sua presenza a Genova e Milano per La Grande Sfida. Di sicuro la tecnologia ha deresponsabilizzato i giudici di sedia. Difficilmente prendono decisioni delicate e decine di volte li abbiamo sentiti dire “La palla è molto vicina alla riga”, consigliando al giocatore di affidarsi a occhio di falco. Sono diventati più 'contabili' che altro. A sorpresa, Enric Molina (ex arbitro che oggi fa il manager) concorda con alcuni punti della teoria di Roddick. Lo spagnolo può fare un raffronto, poiché ha esercitato la professione sia prima che dopo il lancio di occhio di falco.


IL TENNIS COME INTRATTENIMENTO

“In realtà credo che Hawk Eye sia una nota positiva per il gioco: i tifosi lo amano e consente ai giocatori di avere qualche chiamata giusta in più. Dal punto di vista di un arbitro, la novità è soddisfacente perchè non esiste peggiore sensazione che ritenere di avere sbagliato e di non poter fare nulla per rimediare. Tuttavia, è vero che la tecnologia ha allontanato la discussione tra i giocatori e gli arbitri. Questo può essere un peccato per alcuni appassionati, ma non necessariamente per chi arbitra”. Quando fu introdotto occhio di falco, i giocatori ne avevano a disposizione due per set (sbagliati, se azzeccano la richiesta in teoria ne hanno infiniti) più uno nel tie-break. Nelle competizioni ITF come la Coppa Davis erano concessi in forma illimitata, ma alcuni giocatori ne avevano abusato. Così oggi si è raggiunta l'uniformità, con tre chiamate più una nel tie-break. Quella di Roddick è un'opinione e probabilmente resterà tale, ma non c'è dubbio che il tennis stia entrando in una fase sempre più 'robotizzata' e sempre meno umana. E questo potrebbe anche essere un male. A chiudere il suo intervento, Roddick si è detto favorevole alla regola del “no-let”, ovvero la palla che resta in gioco se il servizio tocca il nastro. L'ha sperimentata all'IPTL, ma nel circuito ATP è stata miseramente bocciata dopo tre mesi di prova nel circuito challenger. “Il tennis è divertimento. Prendiamo in giro noi stessi se diciamo che non è così. Certo, il primo obiettivo è vincere. Non dico che dobbiamo fare come Hulk Hogan nel wrestling, entrando in campo con fiocchi di piume, però…”