Soderling conferma i 500 punti colti lo scorso anno in Olanda, battendo in finale Tsonga per 6-3 3-6 6-3. E’ il suo secondo titolo dell’anno…

di Giorgio Spalluto – foto Getty Images

 

Dopo due edizioni sfortunate, condizionate nell’atto finale, dai problemi fisici di uno dei due contendenti (Nadal nel 2009 e Youzhny lo scorso anno), il torneo di Rotterdam, ottimamente organizzato da Richard Krajicek, ha finalmente potuto godere di un epilogo spettacolare e incerto sino alla fine. Come nel 2010, a imporsi è stato Robin Soderling, che così difende i 500 punti conquistati lo scorso anno e, di conseguenza, la quarta posizione nel ranking. Non si è trattata di una passeggiata per il gigante di Tibro, a un passo dall’eliminazione negli ottavi contro Philipp Kohlschreiber, incapace di sfruttare un matchpoint. Dopo aver superato lungo la sua strada Youzhny (nel remake della finale 2010) e Troicki in “semi”, Robin si è sbarazzato nell’atto conclusivo, col punteggio di 6-3 3-6 6-3, della testa di serie numero 8, Jo-Wilfried Tsonga.

 

Dopo un avvio letargico (subito sotto 0-3), “Cassius” si fa più aggressivo in risposta. Soderling sembra quasi sorpreso dal moto d’orgoglio del tennista di origine congolese e, con una volée di rovescio affossata in rete, consente al suo avversario di rientrare in partita (3-3). La gioia del 25enne di Le Mans dura poco. E’ un altro miniparziale di 3 giochi, questa volta favorevole al gigante scandinavo, a mandare in archivio il primo set: 6-3 in 28 minuti.

 

L’andamento del set riassumerà quello più generale del match. Tsonga che mostra picchi di rendimento straordinari, che, però, non riesce a confermare con continuità. Accade così che nel secondo set metta a referto ben 13 ace (rispetto ai soli 4 del primo parziale) e si faccia molto più aggressivo nei turni di risposta. Una splendida volée di dritto consente al francese di procurarsi la palla break che deciderà l’intero parziale. L’errore di rovescio dello svedese, regala il break del 4-2 a Tsonga che poi chiude agevolmente il parziale con il punteggio di 6-3.

 

Tsonga continua a martellare col servizio fino al 3-3 dell’ultima frazione. Nell’ottavo gioco con lo svedese avanti per 4-3, puntuale come un orologio svizzero giunge il passaggio a vuoto che decide l’intero incontro. La tensione gioca un brutto scherzo a Tsonga che sbaglia una volée in allungo in rete, affossando poi un rovescio affossato e completando la frittata con un errore di dritto. Si chiude con il punteggio di 6-3 3-6 6-3 dopo 1h23′, una finale abbastanza diseguale che regala al numero 4 del mondo il suo secondo titolo stagionale (dopo Brisbane), nonché il secondo alloro con al fianco Claudio Pistolesi.

 

Per lo svedese, che disputava la 12° finale indoor su 18, si tratta dell’8° alloro in carriera (il 6° indoor dopo i 2 conquistati a Lione nel 2004 e ‘08, quello di Milano ‘05 e Parigi Bercy ‘10), lui che a Rotterdam, oltre al successo dello scorso anno, vanta anche una finale persa nel 2008 da Llodra. Si conferma l’ottima tradizione svedese in un torneo che in passato ha celebrato i successi di Borg nel 1979, Edberg nel 1987 e 1988, Nystrom nel 1986 e Jarryd nel 1993.

 

Il nativo di Tibro va così a impreziosire un albo d’oro davvero prestigioso per un torneo che, però, paga l’eccessiva vicinanza alla conclusione del primo slam della stagione. E’ per questo motivo che difficilmente i primissimi della classe scelgono la città orange per tornare alle competizioni. E se lo fanno, finiscono per dare forfait alla vigilia, a causa degli inevitabili strascichi fisici dovuti a un calendario sempre più stressante. Un nome su tutti, quello di Novak Djokovic che in questa fase della stagione sta vivendo quella off-season, che l’impegno nella finale di Davis, gli aveva negato. Chi ha voluto mantenere fede all’impegno preso in precedenza con Richard Krajicek, è stato Andy Murray. Il triste epilogo del suo match d’esordio contro Marcos Baghdatis, ha confermato come anche quest’anno sarà dura per Andy riprendersi in tempi celeri dalla batosta australiana.  

 

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Gli Highlights della finale


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