dal nostro inviato a Roma, Gabriele Riva – foto Ray Giubilo
Roma 2010 si apre con tanta acqua e tante novità. Cielo grigio e pioggia la fanno da padroni in un venerdì (meteorologicamente) nero, anzi grigio scuro. Molti preparativi, tanta gente si muove lungo la nuova disposizione dell’area stand, che fila via parallela al campo Pietrangeli, quello che l’anno scorso fungeva da centrale. Quello nuovo, di centrale, si staglia appena a lato, imponente e freddo: cemento e acciaio, travi e muri appena intonacati. Dà l’idea di essere “incompiuto”, dall’esterno, ma dentro i 10.400 seggiolini ci sono tutti. Neri (in basso), di diverse tonalità di grigio (dal più scuro al più chiaro) salendo verso l’alto. Come il cielo che ha coperto le teste di chi montava stand e trasportava scatoloni, un cielo che ha impedito lo svolgimento del torneo pre qualifiche (che ha destato non pochii dubbi di diverso genere per genesi, formula e tempistiche). Alla fine le Wild Card sono andate, a tavolino, a Gaio, Giannessi, Fabbiano e Naso.
I campi su cui si dovrebbero giocare gli incontri di qualificazione, non sono stati coperti e sono zuppi d’acqua. Impossibile che si possa cominciare alle 11, come l’ordine di gioco vorrebbe. Novità di colore – è proprio il caso di dirlo – perché i campi non avranno più i tabelloni degli sponsro verdi o verdeggianti, il colore predominante dell’edizione 2010 è il nero. Per il momento non ha portato molto bene, ma nel pomeriggio indiscrezioni vogliono un miglioramento climatico. Ma dev’essere una svolta decisa, non basta che cessino le goccerelle, per asciugare quei campi ci vorrebbe un bel phon. Meno problemaica sembra invece la disputa della Fed Cup, il campo Pietrangeli infatti, è stato coperto dai teloni e basterebbe che spiovesse per poter cominciare regolarmente, alle 14 come da programma.
Gli azzurri sono impegnati in match non semplici, con avversari dal ranking non proprio da challenger. Ma siamo in un Masters 1000, quei tornei che ai nastri di partenza vedono solo chi sta in alto. Giusto così. Federico Gaio, lo scorso anno finalista al Bonfiglio di Milano, incrocerà la testa di serie n.1 delle quali, quel Juan Ignacio Chela che ha appena alzato un trofeo Atp in quel di Houston, Usa. Anche per la seconda testa di serie, il francesee Llodra, un avversario azzurro, ancor più padrone di casa perché capitolino. Flavio Cipolla. Alessandro Giannessi, altra giovane speranza del nostro tennis, sfiderà la “Dieci”, l’austriaco Peter Luczak. Gli ultimi due italiani in gara sono Francesco Aldi, in tabellone come “alternate”, e il siciliano Gianluca Naso. Anche per loro due teste di serie, rispettivamente la n.5 Leonardo Mayer (argentino) e la n.7 Oleksandr Dolgopolov Jr (ucraino).
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Il nuovo stadio che farà da Campo Centrale all’edizione 2010 degli Internazionali d’Italia