La serba battuta dalla Bondarenko. Justine vicina alla sconfitta con la Kleybanova. Roddick cede un set. Gonzalez vince al 5°. Murray facile…

di Giorgio Spalluto – foto Getty Images

 

La quinta giornata del torneo femminile ha visto scendere in campo per prime, le due numero 1 più controverse della storia, Dinara Safina e Jelena Jankovic entrambe reduci dalle polemiche sulla reale veridicità delle classifiche mondiali. La sorella di Marat ha archiviato in 57 minuti (61 62) il suo match di terzo turno che la vedeva opposta alla britannica di origini ucraine, Elena Baltacha, numero 83 del mondo che aveva ottenuto nel turno precedente, contro Kateryna Bondarenko, la vittoria di maggior prestigio in carriera. La russa ha beneficiato di 3 doppi falli della sua avversaria su altrettante palle break che le hanno spalancato le porte degli ottavi di finale, dove affronterà quella Maria Kirilenko che, battendo Roberta Vinci, ha eguagliato il suo miglior risultato agli Australian Open, datato 2008.

 

Niente da fare invece per l’altra ex numero 1, Jelena Jankovic eliminata nettamente da un’avversaria come Alona Bondarenko, che aveva sempre battuto nei 9 precedenti, lasciandole appena un set nel loro primo confronto diretto. La serba, che aveva sempre raggiunto quantomeno gli ottavi nelle precedenti 3 apparizioni a Melbourne, dà seguito così alla striscia negativa che caratterizza le sue ultime uscite nei tornei dello slam, lei che nel 2009 non è mai andata oltre gli ottavi di finale nei 4 tornei major. La brutta sconfitta subita quest’oggi dalla Bondarenko – che mai a Melbourne si era issata fino agli ottavi – va così a sommarsi a quelle patite dalla Bartoli lo scorso anno agli Australian Open negli ottavi, dalla Cirstea a Parigi (ottavi), dalla Oudin a Wimbledon (3° turno) e dalla Shvedova agli US Open, addirittura al 2° turno. Sembrano passati dei secoli da quando lei e la Ana Ivanovic si contendevano i titoli dello slam, oltre che la corona di numero 1 al mondo. L’impressione è che anche Jelena, a breve, abbandonerà la Top10, come del resto la sua connazionale, per lasciare spazio alle tante giocatrici che da dietro sopraggiungono a velocità doppia, a partire dal trio belga delle meraviglie.

 

La Henin, dopo il memorabile secondo turno vinto sulla Dementieva, ha dovuto fare i conti con le roncolate di dritto e al servizio di Alisa Kleybanova, una giocatrice che aveva conosciuto poco prima del ritiro (nel 2008 ad Anversa, nell’ultimo torneo vinto da Justine), ma che da allora ha acquisito una pesantezza di palla su cui nulla ha potuto la belga per un set e mezzo. Sotto 3-6 1-3 15-40 contro un’avversaria che non aveva concesso fino a quel momento alcuna palla break (e che aveva ceduto soli 5 punti al servizio nei primi 5 turni di battuta), Justine mette a segno un parziale di 8 giochi a 1, portandosi avanti 3-0 nel terzo set, per una rimonta che ricorda da vicino quella operata nella recente finale di Brisbane, contro l’eterna rivale Kim Clijsters. La Kleybanova, riesce a reagire al ritorno veemente della Henin riportandosi sotto (3-2), dopo aver annullato 2 palle per il 4-1. Si tratta di un fuoco di paglia per la russa che non riesce più a muoversi come all’inizio del match; Alisa deve, inoltre, fare i conti con una Henin molto più aggressiva che mette i piedi dentro il campo togliendo il tempo alla giovane moscovita di liberare i suoi potenti fondamentali. Finisce 62 al terzo con Justine che può festeggiare la 500° vittoria in carriera.

Negli ottavi, la ex numero 1 del mondo sarà opposta a Yanina Wickmayer che ha dovuto combattere 2 ore e 32 minuti per avere la meglio di una indomita Sara Errani. Sarita, dopo aver ceduto nettamente il primo set per 6-1, ha saputo reagire, variando maggiormente il suo gioco e disinnescando le potenti soluzioni della giovane belga. Vinto al tiebreak il secondo parziale, Sara si porta avanti anche di un break (2-1) ma subisce immediatamente il contro break della Wickmayer che non lascia più scampo alla nostra giocatrice e chiude 6-3. Hanno dovuto sudare le proverbiali 7 camicie le due belghe, ma alla fine ce l’hanno fatta: sarà quindi Henin-Wickmayer, vale a dire una wild card contro una qualificata a cui la wild card è stata negata. E non è detto che questo sia l’ultimo derby belga, visto che la vincente di questo match potrebbe incrociare nei quarti il cammino di Kim Clijsters.

 

In campo maschile, Andy Roddick ha impiegato un set per prendere le misure di un ritrovato Feliciano Lopez. Lo spagnolo, sempre sconfitto nei 5 precedenti, si aggiudica al tiebreak un primo set in cui mette a segno ben 14 ace e sorprende più volte l’americano a rete. Soprattutto con il rovescio coperto, Lopez sembra essere migliorato in maniera notevole, tanto da permettersi il lusso di passare spesso e volentieri il numero 7 del mondo che chiude il primo set con 6 sole discese a rete vincenti su 14. Feliciano, però, non riesce a dare continuità alla sua azione e finisce per cedere, seppur di misura (67 64 64 76) i restanti 3 set. Roddick se la vedrà negli ottavi contro un altro avversario contro cui vanta un bilancio nei confronti diretti molto positivo (8 vinte, 3 perse), Fernando Gonzalez, che si è liberato solo al 5° set del russo, da poco naturalizzato kazako, Evgeny Korolev: 67 63 16 63 64 il punteggio in favore del cileno che ha avuto il suo bel daffare nel fronteggiare uno dei pochi giocatori a tirare il dritto alla sua stessa velocità. Alla fine Fernando ha fatto valere la sua maggiore esperienza, avendo disputato in carriera ben 28 match al quinto, 23 in più del suo più giovane avversario, peraltro sconfitto in 5 occasioni su 6.

 

Molto più agevole il compito di Andy Murray che si è divertito a giocare al gatto col topo con Florent Serra, soprattutto nel primo set, vinto dallo scozzese solo 7-5, malgrado fosse stato in vantaggio prima 3-0 e poi 5-3. Molto più a senso unico l’esito dei restanti 2 set per il numero 4 del mondo che non ha ancora perso un set, dopo 3 incontri, rimanendo in campo complessivamente poco più di 5 ore, lui che mai era giunto al 3° turno di uno slam, perdendo così pochi game. Energie, quelle risparmiate da Andy, che torneranno utili, eccome, nella seconda settimana.

 

© 2010  “Il Tennis Italiano” – Tutti i diritti riservati