di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Secondo titolo in carriera per Alona Bondarenko che in Tasmania torna a vincere dopo un digiuno di oltre 3 anni. L’ultimo titolo colto dall’ucraina risaliva al torneo di Lussemburgo del 2006, quando si impose su quella Francesca Schiavone che affronterà tra meno di un mese, in occasione del primo turno di Fed Cup. Avversaria di Alona in finale, quella Shahar Peer che ben si è disimpegnata in questo inizio di stagione, cogliendo anche una semifinale a Auckland dove è stata oggetto di grandi contestazioni a sfondo politico, che hanno portato anche a numerosi arresti.
L’ucraina si è sbarazzata agevolmente dell’israeliana mettendo a segno un parziale di 5 giochi di fila nel primo set, quando era sotto 1-2, e recuperando dallo 0-2 nel secondo per un 62 64 finale in 74 minuti senza molta storia. Shahar – testa di serie numero 29 a Melbourne dove nel 2007 si issò fino ai quarti – aveva destato grande impressione nella semifinale contro la nostra Sara Errani, dominata 62 60, ma comunque soddisfatta per il suo grande torneo.
Più che la vittoria nei quarti contro la qualificata belga Flipkens, classe ‘86 n. 80 del mondo, la numero 3 azzurra è stata brava a venire a capo di due magnifiche battaglie ingaggiate nei primi turni contro due tenniste emergenti come la stellina americana Melanie Oudin, sconfitta 75 al terzo dopo una vera e propria maratona, e la potente ucraina Katerina Bondarenko, battuta al secondo turno.
Molto meglio è andata alla sorella Alona che, con questo successo, riacciuffa la leadership in famiglia per quello che riguarda il ranking mondiale, tornando tra le Top30 (numero 29), lei che vanta un best ranking di 19, raggiunto 2 anni fa. A Melbourne è accreditata della testa di serie numero 31 ed è stata sorteggiata nell’ottavo della Jankovic, contro cui detiene il poco invidiabile record di 9 sconfitte in altrettanti confronti diretti, con un solo set vinto su 19. Visto lo stato di forma tutt’altro che brillante della serba, non è detto che Alona non riesca a infrangere questo tabù.
© 2010 “Il Tennis Italiano” – Tutti i diritti riservati