di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Che il vincitore del “PTT Thailand Open” potesse essere uno spagnolo non era quasi quotato dai bookmaker vista la presenza in tabellone di ben due Top10 iberici, come Rafael Nadal e Fernando Verdasco, prime due teste di serie. Il primo in particolare sembrava avviato verso un successo a mani basse dopo la precoce eliminazione di “Nando” all’esordio per mano di Benjamin Becker. Giunto in semifinale con facilità irrisoria, a Rafa non sono bastate 26 palle break (ben 16 nel secondo set, nessuna delle quali sfruttate) per avere la meglio su uno dei suoi connazionali più anonimi, Guillermo Garcia Lopez, bravo a fermare le innumerevoli “palle gol” del suo avversario prima di assestare il contropiede vincente allo scadere dei tempi regolamentari. Eppure il 27enne di La Roda (Albacete) è tutto tranne che un giocatore difensivo. Sempre propenso all’attacco, sciorina un rovescio a una mano di straordinaria efficacia che spesso ha lasciato fermo il suo avversario odierno, quel Jarkko Nieminen che probabilmente rappresenterà lo spauracchio della nostra squadra di Davis nel 2011.
Per il finlandese, giunto all’ultimo atto senza perdere un set (con gli scalpi importanti di Melzer e Troicki), si tratta della decima finale in carriera. Il bilancio, però, è decisamente negativo: 1 vittoria e ben 8 sconfitte subite da giocatori che, quasi sempre, lo sovrastavano in classifica, come Roger Federer e David Nalbandian, affrontati 2 volte ciascuno.
Nieminen sembra essere più pimpante nella fase iniziale, complice la stanchezza del suo avversario reduce dalla maratona del giorno prima contro il numero 1 del mondo. Nei primi tre turni di battuta, Jarkko non concede un punto sulla prima e si rende molto pericoloso sul servizio di Garcia Lopez che, come ha ben evidenziato contro Rafa, si esalta quando è chiamato ad annullare palle break. Ne salverà ben 7 (su 7) nel primo set, vinto per 6-4 grazie a un break nel settimo gioco, propiziato da una splendida smorzata di rovescio al termine di uno scambio altamente spettacolare. La striscia di 24 palle break consecutive annullate (considerando anche quelle di ieri) si arresta nel secondo game del secondo set. Nieminen strappa il servizio all’avversario, mantenendo il break di vantaggio fino alla fine del parziale, vinto per 6-3. Dopo una pausa fisiologica, dovuta anche ai postumi della battaglia di ieri, lo spagnolo torna a menare le danze nel terzo set. Il break del 3-1, ottenuto grazie a una risposta vincente su una seconda morbida (eufemisticamente parlando), sembra indirizzare la finale verso la Castiglia. Nieminen non è d’accordo e si porta sullo 0-40 nel game successivo. Altra occasione per lo spagnolo per confermare la splendida statistica ostentata in questi due giorni. La terza, però, si rivela fatale, con il finnico che piazza un’accelerazione di dritto in risposta su cui Guillermo non può nulla. Si torna così in parità. Il match sembra destinato a un epilogo al tiebreak. Entrambi tengono la battuta agevolmente fino al 5-4 per il tennista iberico.
Grazie anche a un paio di risposte fortunose, Garcia Lopez chiude anzitempo la pugna, al termine di un game in cui Nieminen non sfrutta due palle per il 5-5, arrendendosi al quarto match point, l’unico in cui non mette la prima. La seconda di servizio dello scandinavo è davvero troppo lenta per competere ad alto livello, soprattutto se si decide di seguirla a rete, come fa sciaguratamente nell’ultimo punto del match. Il missile in risposta, regala allo spagnolo il secondo titolo in carriera, dopo quello di Kitzbuehel vinto lo scorso anno.
E’ l’ottavo iberico differente a vincere un titolo nel 2010. Sono ben 18 gli allori (su 26 finali) per la Spagna. Garcia Lopez si unisce a Nadal (6), Ferrero (3), Almagro (2), Montanes (2), Verdasco (2), Ferrer (1) e Lopez (1). Vamos Espana!
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