La giocatrice russa si sta regalando una settimana da assoluta protagonista a Doha, ma con un punto debole nascosto: se servono dei biscotti al caramello, meglio non affidarsi a lei

Foto di Paul Zimmer

DOHA – Ride, Ekaterina, sprizza gioia ad ogni parola. In pochi se l’aspettavano nelle semifinali di un torneo “1000″, vista anche la difficoltà del suo tabellone, eppure Alexandrova è riuscita nell’impresa, ed ora prova a spiegare come ha battuto oggi in rimonta (4-6 6-1 6-1) la numero 5 del mondo Pegula, come in rimonta aveva già superato un paio di giorni fa la regina attuale del tennis, Sabalenka. «Nel secondo set sono riuscito a trovare il giusto ritmo per contrastare Jessica. Il servizio ha funzionato meglio rispetto all’inizio, sono stata soprattutto molto continua».
Classe 1994, Ekaterina è russa di Chelybinsk, negli Urali, città diventata celebre quando, nel 2013, nei suoi dintorni è precipitato il più grande asteroide che abbia colpito la Terra in oltre un secolo. Alexandrova però non c’era più, dal 2006 con la famiglia si è trasferita nella Repubblica Ceca. Lei aveva giocato un torneo giovanile a Praga e il padre era rimasto affascinato dalla città. Una carriera da mediana, la sua, buona ma non eccezionale: cinque tornei Wta vinti, il 15º posto come best ranking (attualmente è 26ª) ma poche soddisfazioni dai tornei del Grande Slam: 31 partecipazioni e come risultato migliore gli ottavi di finale a Wimbledon nel 2023. Quest’anno era partita male (una partita vinta in tre tornei) poi però ha vinto ai Linz ed ora ha centrato la terza semifinale “1000″ della carriera, allungando a quota 8 la sua serie di successi. «Ogni settimana è diversa, a volte giochi bene, altre male e non capisci perché. Per ora mi sento davvero a mio agio in campo, so cosa devo fare, anche se sono indietro di un break o di un set sento che posso riprendere la partita (e quest’anno ha vinto tutti e 5 i match finiti al terzo set, nda). La sconfitta del primo turno in Australia mi aveva molto delusa, avevo sbagliato davvero troppo. Sono andata a Linz giusto per rimanere in attività, provando solo a migliorare il mio gioco, invece ho vinto il torneo e la fiducia è tornata. Quando vinci qualche partita di fila, sembra che tutto ti riesce più facile. Sto giocando il miglior tennis della carriera? Non lo so, può darsi, preferisco pensare però che posso ancora migliorare, in tante cose. Ma non mi lamento…».
Due colpi robusti da fondo campo, grande mobilità, un servizio che può fare male («ci ho lavorato molto negli ultimi tempi, soprattutto la seconda palla era il mio punto debole. Ora le cose vanno meglio, faccio molti meno doppi falli»), la guida della Wta sostiene che Ekaterina sia una ottima cuoca. «Beh, insomma – la risposta di Alexandrova – non ho molto tempo per mettermi alla prova. L’ultima volta che mi sono messa in azione ho preparato dei biscotti al caramello salato, avevo visto la ricetta su internet. Ne ho cotti tanti, ma non erano niente di che e non li ha mangiati nessuno…», e torna a ridere.