di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Il dubbio che l’introduzione del tetto potesse rivoluzionare le ataviche abitudini del torneo di Wimbledon, introducendo una inedita sessione serale, è diventato realtà alle 20.35 ora di Londra, quando al termine del terzo set del match tra Novak Djokovic e Olivier Rochus, il referee Andrew Jarrett ha informato i due contendenti che il gioco sarebbe stato interrotto per dare modo al tetto di chiudersi!
Sì, perché questo benedetto “roof” va usato a tutti i costi e, visto che sono ormai due anni che a Wimbledon non piove, ogni scusa è buona per utilizzarlo. E così, visto il calare delle tenebre all’orizzonte, perché non sfruttare l’impianto d’illuminazione e la costosissima copertura approntata lo scorso anno, per permettere la regolare conclusione del match? La decisione non ha per niente entusiasmato Novak Djokovic, colui che da questa pausa aveva tutto da guadagnare vista l’orrenda prestazione di cui era stato protagonista fino a quel momento, e che lo vedeva sotto due set a uno: 6-4 2-6 6-3 il punteggio per il belga che, dopo essersi aggiudicato il primo parziale con un break nel settimo gioco, sembra in balia dell’avversario nel secondo set, vinto nettamente da Nole. Il numero 3 del mondo, come ci ha abituato negli ultimi tempi, esce, però, dal campo nel terzo set, costellato di errori gratuiti e condizionato da un servizio pessimo che lo vede cedere 4 dei 5 turni di battuta e commettere ben 6 doppi falli.
Alla ripresa del gioco, sotto le luci artificiali, è Nole a scattare meglio dai blocchi, con il break nel terzo game che sembra indirizzare il match verso un epilogo al quinto set. Un epilogo non così scontato visto che Rochus ha a disposizione complessivamente ben 7 palle break, 3 delle quali nel decimo game, con il serbo che serve per il set sul 5-4. Proprio grazie al colpo che più lo ha fatto penare in tutto il match, il servizio, Nole si salva. Due ace consecutivi (il primo ad annullare la settima palla break del set del belga) consentono al serbo di allungare la pugna al quinto set, quando ormai sono passate da venti minuti le 22.
Il break tanto anelato, ma mai acciuffato da Olivier in tutto il quarto set, giunge in apertura di quinto set, nel secondo gioco. Sarà quello, però, l’ultimo game per il belga, che dal 2-0 in suo favore, subisce un parziale di sei giochi di fila di Djokovic.
Djokovic si salva, ma ancora una volta mostra tutte le contraddizioni che ne hanno caratterizzato l’intera prima parte di stagione. Gli ormai consueti problemi al servizio (12 doppi falli complessivi) rischiano di essere un dazio troppo pesante su una superficie come l’erba, in cui non sempre è così facile recuperare un break di svantaggio, così come lo è stato quest’oggi contro “pollicino” Rochus. “Ollie” chiude la sua avventura a Wimbledon tra gli applausi dei tanti spettatori ancora sugli spalti alle 22.58, ora locale. Mai nella storia di Wimbledon un match era terminato così tardi.
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