Soffia il vento dell’Est anche sulla seconda edizione del Trofeo Fibo Moda, torneo Futures da 10 mila dollari di montepremi andato in scena presso l’Accademia Tennis Mongodi di Cividino (provincia di Bergamo). A succedere al serbo Dusan Lajovic nell’albo d’oro della manifestazione orobica è infatti il diciannovenne bosniaco Damir Dzumhur, terzo favorito della vigilia, che in finale ha avuto la meglio con un doppio 6-4 sul francese Charles-Antoine Brezac, conquistando il sesto titolo Futures della sua giovane carriera, il primo sul veloce al coperto. “È stata una delle mie migliori settimane in assoluto – ha dichiarato l’ex numero tre al mondo fra gli under 18 – perché sono quasi sempre riuscito a esprimermi a buoni livelli, arrivando fino alla vittoria. Ci tengo innanzitutto a ringraziare mio padre Nerfid, che mi ha seguito per tutta la settimana, ma anche a complimentarmi col mio avversario, anch’egli autore di un bel torneo, e ancora con il pubblico e con gli organizzatori, capaci di creare davvero una bella manifestazione”.
Proprio come nei match dei giorni scorsi, il giovane Dzumhur ha impressionato per le qualità di grande ribattitore, che gli hanno permesso da subito di mettere in difficoltà il rivale e prendere il comando degli scambi. In entrambi i set, il break decisivo è arrivato nel decimo game, ma se nella prima frazione Brezac non è mai riuscito a infastidire il Dzumhur, nella seconda ha anche momentaneamente trovato un allungo (sul 3-2), salvo lasciarsi subito riprendere. E cosìil titolo è terminato nelle mani del davisman bosniaco, più cinico nei momenti importanti, che sembra destinato a una rapida scalata verso i piani alti della classifica mondiale. “All’inizio dell’anno – ha proseguito -puntavo a raggiungere i primi 250 entro maggio, in modo da poter giocare le qualificazioni al Roland Garros e a Wimbledon, e con questo risultato ci sono molto vicino. Naturalmente punto a salire ancora nei prossimi mesi, con il sogno di poter arrivare, un giorno, nei top ten”. Obiettivi di un certo livello per il piccolo giocatore di Sarajevo, una sorta di Djokovic in miniatura (anche nel look), che a Cividino ha dimostrato di saperci fare per davvero. Non a caso, nonostante il fisico possa rappresentare un limite e non sia dotato di una palla particolarmente pesante, non ha sofferto per niente il passaggio fra i professionisti, in quanto riesce a sopperire alle sue lacune con gambe molto veloci e qualità importanti, quali un’ottima visione tattica e un preciso gioco di volo. “Mi ispiro a Novak (Djokovic, ndr) che conosco e stimo. È un idolo per tutti noi dell’Est, perché è arrivato così in alto e ce l’ha fatta lavorando duro giorno dopo giorno. Proprio come sto cercando di fare io”.
RISULTATI
Singolare. Finale:Dzumhur (Bih) b. Brezac (Fra) 6-4 6-4.
Doppio. Finale:Cluskey/Raja (Irl/Ind) b. Agazzi/Iannuzzi 6-7 6-4 10/2.Soffia il vento dell’Est anche sulla seconda edizione del Trofeo Fibo Moda, torneo Futures da 10 mila dollari di montepremi andato in scena presso l’Accademia Tennis Mongodi di Cividino (provincia di Bergamo). A succedere al serbo Dusan Lajovic nell’albo d’oro della manifestazione orobica è infatti il diciannovenne bosniaco Damir Dzumhur, terzo favorito della vigilia, che in finale ha avuto la meglio con un doppio 6-4 sul francese Charles-Antoine Brezac, conquistando il sesto titolo Futures della sua giovane carriera, il primo sul veloce al coperto. “È stata una delle mie migliori settimane in assoluto – ha dichiarato l’ex numero tre al mondo fra gli under 18 – perché sono quasi sempre riuscito a esprimermi a buoni livelli, arrivando fino alla vittoria. Ci tengo innanzitutto a ringraziare mio padre Nerfid, che mi ha seguito per tutta la settimana, ma anche a complimentarmi col mio avversario, anch’egli autore di un bel torneo, e ancora con il pubblico e con gli organizzatori, capaci di creare davvero una bella manifestazione”.
Proprio come nei match dei giorni scorsi, il giovane Dzumhur ha impressionato per le qualità di grande ribattitore, che gli hanno permesso da subito di mettere in difficoltà il rivale e prendere il comando degli scambi. In entrambi i set, il break decisivo è arrivato nel decimo game, ma se nella prima frazione Brezac non è mai riuscito a infastidire il Dzumhur, nella seconda ha anche momentaneamente trovato un allungo (sul 3-2), salvo lasciarsi subito riprendere. E cosìil titolo è terminato nelle mani del davisman bosniaco, più cinico nei momenti importanti, che sembra destinato a una rapida scalata verso i piani alti della classifica mondiale. “All’inizio dell’anno – ha proseguito –puntavo a raggiungere i primi 250 entro maggio, in modo da poter giocare le qualificazioni al Roland Garros e a Wimbledon, e con questo risultato ci sono molto vicino. Naturalmente punto a salire ancora nei prossimi mesi, con il sogno di poter arrivare, un giorno, nei top ten”. Obiettivi di un certo livello per il piccolo giocatore di Sarajevo, una sorta di Djokovic in miniatura (anche nel look), che a Cividino ha dimostrato di saperci fare per davvero. Non a caso, nonostante il fisico possa rappresentare un limite e non sia dotato di una palla particolarmente pesante, non ha sofferto per niente il passaggio fra i professionisti, in quanto riesce a sopperire alle sue lacune con gambe molto veloci e qualità importanti, quali un’ottima visione tattica e un preciso gioco di volo. “Mi ispiro a Novak (Djokovic, ndr) che conosco e stimo. È un idolo per tutti noi dell’Est, perché è arrivato così in alto e ce l’ha fatta lavorando duro giorno dopo giorno. Proprio come sto cercando di fare io”.
RISULTATI
Singolare. Finale:Dzumhur (Bih) b. Brezac (Fra) 6-4 6-4.
Doppio. Finale:Cluskey/Raja (Irl/Ind) b. Agazzi/Iannuzzi 6-7 6-4 10/2.
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