I campionati tedeschi, al via lunedì, saranno l’ultimo torneo “pro” di Michael Berrer. Fallito il ritorno nei primi 100, il simpatico tennista di Stoccarda ha deciso di dire basta a 36 anni, per dedicarsi alla famiglia. Nel novembre del 2014 si era dato un altro anno, col sogno di affrontare un big del tour davanti alle sue figlie. Un paio di mesi dopo avrebbe battuto Nadal a Doha.A 34 anni suonati è difficile porsi grandi sogni, ma Michael Berrer ne aveva ancora uno. Consapevole che la parte migliore della sua carriera era ormai alle spalle, a fine 2014 confessava il desiderio che le sue due figliolette lo vedessero almeno una volta giocare con un big, per capire chi era veramente papà. Un episodio sufficiente per raccontare il personaggio Berrer, ragazzone di quasi due metri esponente di un tennis vecchio stile basato sul serve&volley, ma soprattutto persona squisita, con in tasca una laurea in psicologia dello sport negli Stati Uniti. Per questo, fa piacere che il suo sogno si sia realizzato giusto qualche settimana dopo a Doha, quando all’inizio della stagione 2015 ha sconfitto Rafael Nadal. Quella vittoria gli ha dato fiducia, è tornato a ridosso dei primi 100 e si è dato un’altra stagione per provare a raggiungerli un’ultima volta, ma nonostante ci sia arrivato molto vicino non ce l’ha fatta. Così, chiuso il 2016, ha deciso di dire basta.
 
Dopo aver provato invano a salvare lo Sporting Club Selva Alta di Vigevano nella Serie A1 italiana (nel play-out col Ct Palermo ha vinto singolare e doppio sia all’andata sia al ritorno, ma non è bastato), il 36enne di Stoccarda ha deciso che chiuderà la carriera ai campionati assoluti tedeschi, in programma come da tradizione nella città di Biberach, dal 12 al 18 dicembre. Poi potrà finalmente dedicarsi a tempo pieno alla moglie Nadine, dentista, e alle due figlie, ma anche alla sua accademia, fondata quando era ancora in attività “per costruirsi un percorso per la vita dopo il tennis”. Il suo anno migliore è stato il 2010, quando sotto la guida di Claudio Pistolesi è arrivato fino al numero 42 della classifica ATP. In carriera ha giocato due finali nel Tour, entrambe nell’ormai scomparso ATP di Zagabria, ma senza mai riuscire a vincere un titolo. A livello Challenger, invece, ce l’ha fatta undici volte, l’ultima lo scorso aprile a Leon (Messico). Nel 2008 e nel 2009 ha anche fatto parte del Players’ Council dell’ATP.