Il 21enne spagnolo è già arrivato a Barcellona con l’obiettivo di sollevare un altro trofeo

Carlos Alcaraz ha dato una sterzata positiva alla sua stagione trionfando a Monte Carlo domenica scorsa. Il 21enne spagnolo aveva bisogno di una vittoria simile per riscattare un avvio di 2025 caratterizzato da troppi alti e bassi, in cui non aveva sfruttato la ghiotta chance di avvicinarsi a Jannik Sinner nel ranking mondiale. Il 4 volte campione del Grande Slam ha ammesso di aver avuto bisogno di una pausa dopo la clamorosa eliminazione a Miami per mano di David Goffin ed evidentemente quella vacanza con la sua famiglia in Messico lo ha aiutato.

Sebbene non abbia espresso il suo miglior tennis nel Principato la settimana scorsa, lo spagnolo ha fatto la differenza nei momenti decisivi e ha dimostrato di avere un bel margine sui suoi avversari sulla terra battuta. Il suo livello andrà testato quando Sinner farà il suo ritorno nel circuito professionistico, ma non c’è dubbio che Carlitos sia l’uomo da battere su questa superficie.

Il pupillo di Juan Carlos Ferrero non ha avuto molto tempo per recuperare le energie dopo aver vinto a Monte Carlo ed esordirà già oggi a Barcellona contro il 21enne americano Ethan Quinn. L’iberico cerca il suo terzo titolo in Catalogna – dove ha sollevato il trofeo nel 2022 e nel 2023 – mentre non era presente nella passata edizione a causa di un infortunio all’avambraccio.

Durante la sua conferenza stampa pre-torneo, Alcaraz ha confidato che il suo livello di gioco può salire notevolmente rispetto a Monte Carlo: “Vincere partire è una cosa, giocare bene è un’altra. Non ho giocato ad un livello altissimo a Monte Carlo la settimana scorsa, ho avuto parecchie difficoltà e non tutto è andato come avrei voluto. Sono contento del modo in cui ho reagito e della forza mentale che ho dimostrato nei momenti più delicati.”

Il numero 2 del mondo ha bisogno ancora di un po’ di tempo per essere perfettamente a suo agio sulla terra rossa: “Mi piacerebbe vincere tutti i match in due set, ma so che non è possibile. I primi tornei su una nuova superficie sono sempre insidiosi, ma tendenzialmente mi sento meglio con il passare dei giorni. Sto ancora prendendo le misure per adattare il mio gioco alla terra.”