La bella intervista all’altoatesino realizzata da RollingStone

Il tabù è stato finalmente sfatato. Jannik Sinner ha conquistato quest’anno la prima vittoria sull’erba sui campi di Wimbledon, dove figura come decima forza del seeding, e può guardare al futuro in maniera più serena. L’altoatesino, che diventerà presto il numero uno d’Italia in virtù del sorpasso su Matteo Berrettini, ha concesso una bella intervista a Rolling Stone.

“La cosa più importante è non perdere la mia identità come giocatore. Io sono un tennista aggressivo con margini di miglioramento sotto tanti aspetti del gioco. Con Darren Cahill abbiamo cominciato a lavorare sul servizio, cambiando qualche cosa e i risultati, anche se si stanno già intravedendo, a mio parere saranno visibili nei mesi a venire. Poi che giocatore sarò tra due o cinque anni non ve lo so dire, però sicuramente avrò più soluzioni di oggi e sarò più imprevedibile. Questo è l’obiettivo – svela Jannik -. Per mettere all’interno della partita le cose che provi in allenamento ci vuole tempo. A Eastbourne sono andato a rete una volta mentre qui, nel secondo turno di Wimbledon, cinquanta. Ciò non significa che diventerò un giocatore da serve and volley, ma soltanto che sto aggiungendo cose al mio gioco. Il lavoro con Darren Cahill? Questo tipo di scelta nasce per dare una mano a me e a Simone Vagnozzi, il cui lavoro per me è fondamentale. Abbiamo lavorato tanto sul fisico. Abbiamo avuto un po’ di sfortuna in questo periodo: ho avuto vesciche, ci combatto da due anni e mezzo. L’unico intoppo vero è stato Parigi, ma io sto bene. Con Darren ci siamo visti prima del Roland Garros e abbiamo cominciato a fare sul serio a Eastbourne”.

Nonostante le difficoltà iniziali, l’azzurro sembra potersi ben destreggiare anche sui prati. Io posso giocare bene sull’erba. Su questa superficie conta molto la fiducia del giocatore. Se ti senti bene, se hai feeling con la superficie, giochi meglio. Sono convinto che migliorerò parecchio e potrò giocare molto bene anche su erba. Nel giro di un paio d’anni avrò un servizio molto più vario rispetto a oggi, mentre la mobilità su questa superficie credo di averla già. Com’è questa edizione di Wimbledon? È uguale ai precedenti. Rimane il torneo più importante e prestigioso dell’anno e quando si va in campo qui a Londra giochi per il titolo, non solo o non tanto per i punti”.