Le parole di Simone Bolelli e Andrea Vavassori dopo la conquista del pass che vale la finale degli Australian Open

Foto di Ray Giubilo

Un anno dopo, ancora loro, il Bole e il Vava. La seconda finale consecutiva agli Australian Open (la terza in assoluto per Bolelli che qui ha vinto nel 2015 a fianco di Fabio Fognini), la terza insieme in uno Slam sommando anche quella dello scorso anno a Parigi, mentre Andrea può mettere sul tavolo anche la vittoria in misto dello scorso settembre agli Us Open con Sara Errani.
«All’inizio Gorasson e Verbeek ci hanno sorpreso, e io non servivo come al solito», spiega Vavassori. «Ma siamo stati bravi a riprenderci, iniziando ad essere più aggressivi. La cosa migliore oggi è stata l’attitudine in campo».
Simone prova a paragonare le sue finali. «Nel 2015 fu un po’ casuale, sia io sia Fabio avevamo perso al secondo turno in singolare, in doppio prendemmo un match dopo l’altro. Oggi siamo teste di serie numero 3 del torneo, e ci siamo anche preparati meglio dello scorso anno».
Andrea giocando anche in United Cup («mi è servito tanto, non solo per i match ma anche per le ottime ‘vibrazioni’ che mi ha trasmesso un bel gruppo») e poi riunendosi a Simone per il torneo di Adelaide, «dove lo scopo era di fare più partite possibile in vista di Melbourne, ma abbiamo finito per vincere. Fra l’altro battendo Arevalo e Pavic, l’unica coppia che non avevamo ancora messo sul taccuino. L’anno scorso in finale era tutto nuovo, anche gestire l’attesa fino a sera, visto che si gioca dopo la finale femminile, non fu facile. Quest’anno abbiamo in più l’esperienza, tanto che domani ci alleneremo provando la routine di sabato, arrivando qui tardi e mangiando qualcosa in attesa di scendere in campo».
Per Simone la chiave «sarà mettere tante prime, essere presenti a rete. Heliovaara e Patton giocano più a rete, Krawietz e Puetz più da fondo ma sono comunque due ottime coppie, entrambe hanno raggiunto le Finals l’anno scorso. Dovremo essere bravi a gestire tutto, perché è una finale e sarà un po’ un Bordello…».
Due coppie che i ‘Bolessori’ hanno già sconfitto «e questo aiuta», chiosa Andrea. Comunque vada qui a Melbourne, l’obiettivo del 2025 è chiaro: «Diventare numeri 1. In un qualsiasi momento, per mettere il bollino, poi se lo saremo anche a fine anno, meglio». Una stagione che li vedrà spesso insieme, Vavassori impegnato anche in singolare: «se faremo tanti punti e riusciremo a fare meno tornei giocherò anche qualche Challenger quando Simone non gioca». Simone in singolare ha smesso, «e quando Andrea gioca io lo seguo da lontano, ma non ci frequentiamo più di tanto, io sto a Monte-Carlo, lui a Torino».
«E poi ci vediamo parecchio ai tornei, ogni tanto separarsi va bene», aggiunge il Vava. «Anche se rientrati da qui andremo al Quirinale per il ricevimento con il Presidente e poi ripartiremo subito per il torneo successivo, quindi…».