Supersfida generazionale attesissima agli Australian Open: è rivincita dopo la finale olimpica e due finali di Wimbledon
Il Nino contro Joker, lo sfidante contro l’highlander, oppure – come titola L’Equipe, l’ambizioso contro il Maestro. Insomma, l’avete capito: Alcaraz contro Djokovic, il match di cartello di oggi.
Nole down under ha vinto dieci volte, Alcaraz mai, ed è la perla che manca alla sua collezione Slam. Djokovic viene da giorni di polemica per l’affronto subito da Tony Davis, giornalista di Channel 9, che l’ha spinto a rifiutare l’intervista in campo di Jim Courier. Carlos da un torneo in fondo tranquillo: finora ha ceduto un set (inatteso) a Borges e approfittato del ritiro di Draper per restare in campo il minimo indispensabile. «Con Carlos, di solito abbiamo avuto grandi battaglie», ha detto Novak. «Mi ricorda le sfide contro Nadal in termini di intensità ed energia in campo. È un giocatore dinamico ed esplosivo. Ha un talento incredibile, è carismatico. Bello da vedere, ma non altrettanto da affrontare…».
I precedenti sono 4-3 per Djokovic, che ha vinto anche l’unico confronto sul ‘duro’ all’aperto, a Cincinnati nel 2023 (e indoor sempre lo stesso anno alle Atp Finals). Questo è il loro primo incontro dopo la finale per l’oro alle Olimpiadi di Parigi 2024, quando Djokovic ha completato il Golden Slam. Negli Slam si sono incontrati nelle ultime due finali di Wimbledon, ed entrambe le volte ha vinto Carlos, mentre nel 2023 in semifinale a Parigi l’ha spuntata Djokovic. Alcaraz in Australia non è mai andato oltre i quarti, ma se vincerà il titolo quest’anno a 21 anni e 270 giorni diventerà il nono giocatore della storia e il più giovane di sempre a completare il Grande Slam in carriera, superando Don Budge che nel 1938 completò lo Slam vero e proprio, nello stesso anno solare, a 22 anni e 363 giorni. Nell’era Open il più giovane a riuscirci è stato Rafa Nadal, che aveva 24 anni e 32 giorni quando si impose agli US Open nel 2010. Djokovic invece è già diventato il terzo a raggiungere i quarti in Australia a 37 anni dopo Rosewall e Federer, e se vincerà l’11esimo titolo sarà il più anziano dell’era Open a vincere uno Slam.
Qui a Melbourne ha perso solo una delle sue ultime 38 partite, e avrà il vantaggio di giocare di sera, schivando il caldo afoso. Al suo angolo c’è Andy Murray, mille volte inquadrato in questi giorni, mentre al team Alcaraz si è aggiunto Samuel Lopez, l’ex coach di Carreno Busta, che peraltro era già venuto qui con lui l’anno scorso come sostituto di Juanci Ferrero alle prese con un problema al ginocchio. E proprio a Lopez si devono i cambiamenti nel servizio del Nino – più fluido, senza pause e con il polso meno rigido – e la decisione di aggiungere 5 grammi in più al peso della racchetta. A lui Ferrero si affida anche per aiutarlo a gestire emozioni e tensioni mentali del Nino. «Novak non è proprio il migliore da incontrare nei quarti, ma in uno Slam, del resto, dai quarti in poi incontri solo i migliori del mondo. Quarti o semifinale non cambia molto, in effetti, magari in finale… Ma entrerò in campo come ho fatto le altre volte». A Cincinnati fu grande spettacolo, per l’Australia è una premiere, aspettiamoci un match capace di accendere il torneo.