Dopo la vittoria convincente con Marozsan, per Lorenzo ora il ragazzino “terribile” Tien
Mister Sonègo, come lo pronunciano qui, è il primo italiano negli ottavi degli Australian Open. Gli era capitato altre volte nello Slam – due a Parigi e una a Wimbledon – ma quella contro Marozsan è stata, è sembrata, una vittoria della maturità. In una giornata in cui sul campo numero 3 si scoppiava dal caldo, contro un avversario che gli aveva strappato un primo set nel quale pure era stato Sonny a giocare meglio e ad avere più occasioni.
«Sì, oggi si faceva davvero fatica, il caldo rubava energie, quella che avevo ho cercata di metterla sul campo. Ho avuto un po’ di fortuna nel secondo set, ma poi sono stato bravo a non mollare. Ho rischiato di ritrovarmi sotto di due set eppure avevo avuto tante palle break, alla fine lui ha ceduto fisicamente. A inizio terzo ho recuperato sul mio servizio, poi l’ho breccato e lui forse si è reso conto che non ce l’avrebbe fatta a vincere altri due set in quelle condizioni».
E’ un Lorenzo sereno, concentrato e determinato, che sembra padrone di se stesso. Tecnicamente più solido dal lato del rovescio, più continuo alla risposta, mentalmente maturato dopo essere uscito dalla comfort zone e avere deciso di dare, anche traumaticamente, una svolta alla propria carriera dopo 18 anni passati a fianco di Gipo Arbino.
«L’anno scorso non è stato semplice – dice coach Colangelo – tutt’altro, ma da quando è sfumato il sogno delle Olimpiadi Lore è stato bravo a ripartire a testa bassa, a lavorare bene, dandomi anche molta fiducia: e non era scontato».
Nel conto ci va anche una preparazione durata quattro settimane. «Sì, fisicamente ho lavorato di più – concorda Sonny, che continua ad avere come preparatore a Torino Fabio Nervi e sul tour Davide Cassinello – Ho aumentato le ore in palestra, gli esercizi sul campo per migliorare gli spostamenti, e sento che sta pagando. Mi sento più consapevole, ho più fiducia nel mio gioco, anche rispetto agli altri quarti turni che ho raggiunto negli Slam, sento di avere più continuità nelle partite».
Al prossimo turno gli tocca Learner Tien, il 19enne made in Usa che dopo aver seccato Medvedev si è ripetuto oggi con Moutet. Quasi un bis del match contro Fonseca contro un giovanissimo che, come sottolinea Colangelo, «è molto preciso, con un grande tempo sulla palla», e fa sempre la scelta giusta. «Tien lo conosco, l’ho seguito alle Next Gen Finals (dove è arrivato in finale battuto proprio da Fonseca, ndr). E’ forte, ha grande talento – concorda Lorenzo. Sarà una partita dura, perché non è facile giocare contro questi giovani: come facevo io alla loro età entrano in campo spensierati, liberi mentalmente».
Ma l’esperienza, viene da dire, serve anche ad affrontare queste difficoltà, specie se la prospettiva, ora che Fritz è uscito, è di trovare nei quarti uno fra Monfils e Shelton e sognare una semifinale con Sinner.