Nell’intervista rilasciata a La Repubblica, il campione olimpico di marcia che ha scontato otto anni di squalifica ha detto la sua sul caso Clostebol

Foto Ray Giubilo

Dopo otto lunghi e sofferti anni, Alex Schwazer ha terminato di scontare la sua squalifica per la positività al doping rilevata poco prima delle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016. Il campione olimpico di marcia, nell’intervista rilasciata a La Repubblica, si è detto pronto a tornare nel mondo dello sport: “Voglio entrare nel mondo del calcio. Sono stato un atleta individuale in uno sport di resistenza, mentre il calcio è uno sport di squadra, giocato però da singoli. Mi piacerebbe diventare preparatore atletico e portare la mia esperienza in un contesto nuovo. Voglio rompere gli schemi abituali. Credo molto nell’interazione tra diverse discipline. Se resti sempre nello stesso ambiente, limitandoti a vedere le stesse cose, non puoi crescere né andare oltre“.

Nel corso dell’intervista, Schwazer ha anche parlato del caso doping che ha coinvolto Jannik Sinner: “Il Clostebol è l’esempio perfetto di come le sanzioni non siano uguali per tutti. Sinner può permettersi di difendersi, altri invece sono stati condannati senza possibilità di replica per la stessa sostanza e in circostanze simili. Jannik è sicuramente innocente, e gli innocenti non dovrebbero mai essere puniti. Ma nel mondo della giustizia sportiva e antidoping, essere innocenti o colpevoli non fa la differenza. Conta solo la politica“.