Abbiamo chiesto a Vincenzo Santopadre di parlarci dei finalisti Next Gen in gara da oggi e del suo nuovo doppio ruolo in vista del 2025

foto Ray Giubilo

Di ritorno da Dubai, dove ha svolto un intenso mese di preparazione a fianco di Luca Van Assche, abbiamo chiesto a Vincenzo Santopadre di parlarci dei Next Gen che a Gedda, a partire da oggi, si sfideranno per il titolo e del suo nuovo doppio ruolo, diviso tra Van Assche e Sonego, in vista della nuova stagione.

Che torneo ti aspetti dalle Next Gen 2024?

Le Next Gen di quest’anno saranno l’unico torneo in controtendenza, lo dico da osservatore oggettivo, perché non c’è possibilità che un italiano arrivi al weekend.

Resta in parte Luca (Van Assche) a rappresentarci, con la mamma italiana e il suo staff: io, Stefano Massari e Paolo Canova.

L’abbassamento di un anno ha influito sulla platea dei partecipanti. Mentre fino all’anno scorso si erano qualificati giocatori top 20, quest’anno l’attenzione è rivolta a giocatori che si metteranno in mostra in futuro. Le finali Next Gen sono una bella vetrina e tanti ne approfitteranno per fare delle partite ufficiali in un momento di fine preparazione.

foto Ray Giubilo

Quindi non è un caso che quest’anno, in particolare, tanti giocatori abbiano scelto Dubai come meta per la preparazione invernale.

Dubai è un punto di transizione tra Europa e Australia. Noi ci siamo allenati lì con Luca, insieme a Landaluce, Fils e anche Shang era lì. E’ un bel crocevia e un ottimo momento per tutti questi ragazzi.

Chi vedi favorito?

Fils e Michelsen hanno una marcia in più, sono sicuramente più avanti rispetto agli altri ma sono tutti giocatori con prospettive importanti. Fonseca ha già fatto vedere il suo potenziale e mi piace molto anche Shang, anche se spero in semifinale arrivi Luca visto che è nel suo girone.

Cosa ci puoi dire di Basavareddy?

L’ho visto per la prima volta al Challenger di Lincoln, in agosto. Era accompagnato da suo padre e sua madre, i classici indiani-americani. Non sapevo chi fosse ma ho visto questo ragazzo che si faceva aiutare dal padre per fare riscaldamento con una fascia elastica… mi ha fatto un po’ tenerezza. Dallo sguardo e dagli atteggiamenti mi sembra un ragazzo molto a modo. Poi l’ho rivisto in campo e mi ha colpito: grintoso, ha le movenze da giocatore forte, per come si muove e colpisce palla. A Lincoln era entrato con una wild card e ha fatto semifinale.

A Dubai Luca si è allenato anche con Landaluce, di cui si è parlato molto in questi giorni perché ha fatto da sparring a Sinner. Cosa ne pensi?

Quando ho parlato con il suo coach, Esteban Carril, ex di Bautista Agut, mi ha ricordato quello che disse Ferrero parlando di Alcaraz: ‘nessuna tonteria’. Cioè un ragazzo super serio, tranquillo e che ha voglia lavorare. Sicuramente qualcosa farà perché è già nel “binario” giusto. Tecnicamente mi sembra molto costruito, colpisce bene, ha un buon potenziale anche se non “ti ruba l’occhio” per spettacolarità.

foto Ray Giubilo

Il prossimo anno ti dividerai tra Luca e Sonego, un anno impegnativo. Come ti senti?

Mi sento un po’ come i ragazzi, disposto a mettermi in discussione. Ho un doppio incarico con due ruoli diversi, perché sono coach di Luca e ho avviato una collaborazione con Lorenzo. Anche i ragazzi però si sono messi in discussione, perché Lorenzo ha cambiato tutto il team, ha voluto me come collaboratore, sta facendo cose in maniera diversa rispetto al passato ed è importante che abbia scelto di fare questi cambiamenti a 30 anni, senza avere alle spalle una stagione disastrosa.

Anche Luca ha cambiato il team e mi ha caricato di responsabilità, perché si è fidato di persone che gli ho consigliato.

Come l’ha presa quando gli hai parlato di Sonego?

Luca ha capito la situazione, mi ha permesso di fare questa cosa con tranquillità. Lorenzo sa che la priorità per me è Luca e grazie alla loro intelligenza e sensibilità riuscirò a fare tutto quello che ho in mente senza avere l’agitazione di mancare con qualcuno. Mi farò in quattro ma con piacere. Spero di riuscire a passare più tempo insieme, siamo stati bravi a organizzarci.

E se giocano uno contro l’altro?

Vado a vedere Berrettini.