Il 15 dicembre 1974 il successo di Panatta, Bertolucci e Zugarelli contro la Svezia . Mancava solo Barazzutti, e Pietrangeli a sostituire Gardini in panchina, per completare i Fantastici Quattrodi Andrea Bocchini

Tonino Zugarelli con l’avvocato Brunetti

Il 15 dicembre di cinquant’anni fa l’Italia sollevava ad Ancona, per la seconda volta nella storia, la Coppa Del Re (King’s Cup): una manifestazione organizzata sulla falsariga della Coppa Davis, ma limitata solo alle nazioni europee, per  occupare  i lunghi mesi dell’inverno – e proprio per questo giocata indoor e su superfici veloci – che vanno dalla metà di novembre alla fine di febbraio e nei quali le gare tennistiche in Europa erano poche e di scarsa importanza.

Sempre ad Ancona, gli azzurri avevano già vinto, tre anni prima, l’ambito trofeo: in quel dicembre del 1971 ad alzare la coppa furono Adriano Panatta e Nicola Pietrangeli, i quali nel capoluogo marchigiano ebbero ragione prima della Cecoslovacchia di Jiri Hrebec e Vladimir Zednik in semifinale, e poi della Spagna di Juan Gisbert e Manuel Orantes nella finalissima.

Nel 1974 a trionfare fu ancora Adriano Panatta, insieme questa volta a Paolo Bertolucci ed Antonio Zugarelli, capitanati da Fausto Gardini. Si stava delineando la formazione azzurra che, insieme a Corrado Barazzutti, due anni dopo avrebbe conquistato, per la prima volta nella storia, la Coppa Davis nella finale cilena di Santiago.

In quel 1974 l’avvocato Michele Brunetti, allora Presidente del Comitato regionale Marche e futuro Vice Presidente della Fit, riuscì a riportare la fase finale della Coppa del Re ad Ancona, con l’Italia  ammessa direttamente  in qualità di paese ospitante.

Gli italiani si trovarono sorteggiati in semifinale contro l’Ungheria di Janos Benyk, Robert Machan e, soprattutto, Balasz Taroczy, che nel 1978 guiderà il suo paese alla sorprendente vittoria di Budapest contro gli azzurri nel primo turno della Davis, torneo in cui  il Belpaese era stato finalista della precedente edizione.

Le due squadre si erano già affrontate l’anno prima ad Ancona in Coppa de Galea con all’incirca le stesse formazioni. A vincere furono gli azzurri, non senza soffrire, soprattutto dopo che Taroczy, sempre lui, battè Panatta nella terza partita dimezzando lo svantaggio magiaro; poi la vittoria di Zugarelli contro Robert Szoke rimise le cose a posto.

Tornando al match del 1974, l’Italia era alla ricerca di un importante  successo internazionale: le vittorie di Pietrangeli erano, infatti, ormai lontane, mentre quelle di Panatta erano ancora alle porte. In Davis l’Italia arrancava e le finali dei primi anni Sessanta erano un ricordo ormai sbiadito; in Coppa del Re, invece, l’Italia aveva già vinto nel 1971, ed in quel 1974 si stava ripresentando un’altra ghiotta occasione per scrivere il proprio nome nell’albo d’oro di un così prestigioso torneo.

La semifinale contro i magiari, però, non iniziò benissimo: Panatta, infatti, fu sorpreso da Taroczy – chi se non lui –  perdendo secco in due set (6-4 8-6). Probabilmente la lunga e logorante stagione di tornei incise in modo determinante nella prestazione del campione azzurro.

Nel match successivo spettò a Zugarelli il compito di pareggiare il conto: il tennista romano, seppur con qualche patema, portò a casa il punto regolando Benyk per due set ad uno (3-6 6-3 6-4). Uno pari, si dovette quindi ricorrere al decisivo match  di doppio.

La coppia Bertolucci-Panatta regalò più di qualche brivido agli appassionati giunti ad Ancona: gli azzurri, infatti, si trovarono sotto per due set a uno e due game a zero nel quarto set per l’Ungheria. 

Le cronache riportano che, complice la paura di vincere degli ungheresi, oltre a qualche chiamata favorevole dei giudici di linea in un infuocato palazzetto dello sport di Ancona, la coppia azzurra riuscì a portare a casa  la partita e ad aggiudicarsi l’accesso alla finalissima con il punteggio di 4-6 6-4 4-6 6-4 6-3.

Nell’altra semifinale la Svezia, con lo stesso punteggio, prevalse sulla Cecoslovacchia. 

In finale, dunque, l’Italia trovò la Svezia, che schierava Rolf Norberg e Tenny Svensson. Senza il loro giocatore più forte, quel Bjorn Borg che aveva già iniziato a dominare la scena del tennis mondiale, la Svezia poté poco contro la formazione azzurra: l’Italia vinse tutte e tre le partite previste, i due singolari ed il doppio, non lasciando agli scandinavi neanche un set.

Adriano Panatta, Paolo Bertolucci e Antonio Zugarelli alzarono per l’Italia la seconda King’s Cup, ignari, in quel 15 dicembre del 1974, che di  lì a due anni avrebbero  sollevato al cielo, insieme a Corrado Barazzutti, la Coppa Davis.

Per gli appassionati accorsi ad Ancona, e soprattutto per l’avvocato Michele Brunetti, immensa fu la soddisfazione di aver assistito alla seconda vittoria azzurra in Coppa del Re e di essere stati testimoni della nascita della squadra dei “fantastici quattro”, team che andrà poi a scrivere la storia del tennis mondiale in Coppa Davis.