Ad una famosa emittente locale, Iga Swiatek parla per la prima volta in pubblico del caso doping che l’ha vista protagonista e che l’ha portata a scontare un mese di sospensione
Iga Swiatek torna a parlare in pubblico per la prima volta dopo il caso doping che l’ha vista scontare un mese di sospensione, raccontando così la sua versione e la reazione al momento della scoperta. In un’intervista concessa a “Fakty po Faktach”, noto programma polacco, l’ex numero uno al mondo ha spiegato come ha vissuto i primi istanti dopo la scoperta della positività, comunicata via mail e alla presenza del suo staff. “La mia reazione è stata molto violenta. Un misto di incomprensione e panico. Tantissimi pianti. Ricordo di questa mail: riceviamo mail con notifiche e aggiornamenti quando ci son delle comunicazioni, l’ho aperta convinta fosse una informazione per i tennisti ricevuta in automatico, ma stavolta era molto più seria. Ho provato disgusto per il tennis“.
Fortunatamente, racconta Swiatek, aveva con sè ancora una fiala del pacchetto di melatonina, riuscendo così a provare la sua innocenza in tempi brevi. “Per me la cosa migliore è che sia in grado di prepararmi alla prossima stagione senza alcun pensiero, concentrandomi sul gioco. Quando mi hanno comunicato che sarebbe tutto finito nel giro di una settimana, ho accettato il verdetto senza pensarci troppo“. La polacca ha poi parlato di chi tenta di paragonare il suo caso a quelli di Halep o dello stesso Sinner, spiegando come ogni caso è a sé e non è utile fare paragoni. “So che in questi casi le persone cercano di fare paragoni tra queste situazioni con altre che sono già avvenute, ma la verità è che ognuno di questi casi è diverso. E il processo per provare la propria innocenza è allo stesso modo diverso“.
Chi invece si è lanciato andare a paragoni di questo genere, utilizzando anche toni piuttosto forti, è stato Ilie Nastase. In una intervista a “Golazo”, l’ex tennista rumeno è stato molto duro nel parlare della sospensione inflitta a Swiatek rispetto a quanto patito da Halep. “Le hanno comminato solo un mese di squalifica perché viene dalla Polonia, un paese importante. La Romania è un paese del terzo mondo, mentre la Polonia un leader mondiale“. Ribadendo il concetto, l’attenzione si è poi spostata sul caso Sinner. “Se Jannik non fosse numero uno al mondo e non fosse italiano ma rumeno, per quanto tempo pensate sarebbe stato sospeso? Almeno 2 o 3 anni“.