Intervistato dal Corriere Adriatico, il coach di Jannik Sinner ha parlato anche del caso Clostebol
Nella grande stagione di Jannik Sinner è ben impresso il contributo dei suoi allenatori, Simone Vagnozzi e Darren Cahill, che più di tutti gli sono stati vicino anche durante i momenti più difficili. Se l’azzurro è riuscito a disputare una stagione del genere, con tanti miglioramenti significativi dal punto di vista del gioco, il merito è anche loro.
Nell’intervista rilasciata al Corriere Adriatico, Vagnozzi ha parlato della stagione appena conclusa partendo dall’ultimo trionfo in Coppa Davis: “Ho seguito la Coppa Davis dalla mia casa di Castorano, soffrendo sul divano davanti alla tv. Non ero a Malaga perché l’anno è stato lungo e intenso, la Davis è una competizione diversa e secondo noi era giusto che Jannik la vivesse con i compagni di nazionale e il capitano Volandri. Ho scritto a Jannik ‘Missione compiuta’. Era partito per rivincerla un anno dopo e lo ha fatto nonostante le fatiche. Con Cahill durante Italia-Australia non ci siamo sentiti, abbiamo recuperato domenica in chat. L’ho stuzzicato dicendo che avevamo superato l’Australia come punto di riferimento. La verità è che per raggiungere i loro livelli, dobbiamo ancora marciare“.
Il coach marchigiano è tornato sul caso doping: “Tutti sanno che Jannik non ha fatto niente di male. Non si può squalificare un giocatore per una contaminazione acclarata dove non poteva evitare di essere contagiato“. E su una partita che rigiocherebbe non ha dubbi: “Quella con Medvedev a Wimbledon. Uno Slam dove vogliamo arrivare in fondo. Sinner-Alcaraz sarebbe una partita fantastica anche nel cortile di casa“.