Francesca Schiavone lancia un nuovo laboratorio di talenti dedicato agli agonisti ma anche ai piccoli tennisti alle prime armi. La sede sarà quella dell’Aspria Harbour Club a Milano dove già in passato la campionessa del Roland Garros si è allenata

Un logo elegante e aggressivo, mezza leonessa stilizzata all’interno di un profilo di un contrabbasso che sembra voler dire: “Attenzione, qui le suoniamo a tutti!“. Francesca Schiavone è tornata! La vincitrice di Roland Garros 2010, finalista nello stesso Major anche nel 2011, vincitrice di 8 titoli Wta in singolare, 7 in doppio, 3 Fed Cup e tanto altro ancora, ha presentato, nell’elegante cornice del circolo milanese Aspria Harbour Club, il suo Schiavone Team Lab.

Questo progetto nasce dal desiderio – ci ha raccontato l’ex numero 4 del mondo (gennaio 201l) – di condividere la mia esperienza e quello che ho vissuto negli anni“. A quasi un lustro dal suo ritiro, Francy non ha perso la voglia di lottare: “In questi anni ho guardato tanto tennis, ho parlato con molti coach di livello e ho studiato dall’esterno del campo perché, se del rettangolo di gioco posso dire di avere una certa esperienza, fuori dovevo capire come insegnare e comunicare. Insomma ho investito su di me per capire come arrivare ai ragazzi, dai più giovani ai professionisti“.

Il mio desiderio più grande – continua la 42enne milanese – e parlo anche a nome di tutto il mio team, è quello di vedere un giocatore dello Schiavone Team Lab alzare la coppa di uno Slam. Perché ‘da dentro’ so cosa si prova ma dalle tribune no e quindi mi sono ripromessa di provare quelle emozioni che avete provato voi quando mi avete vista alzare la coppa dei moschettieri“. Come base, la leonessa ha scelto una struttura d’eccellenza, che conosce bene perché qui ci si è anche allenata per un periodo della sua fortunata carriera, nota anche agli appassionati della racchetta per un challenger che si gioca a fine giugno: “Ho scelto questo splendido club per dare ai ragazzi agonisti una struttura solida, che ha il grande vantaggio di avere al suo interno tutto ciò che serve ad un professionista“.

Riflettori puntati non solo sul campo, ma anche a quello che rappresenta lo sport e i suoi valori. “La prima cosa sulla quale voglio lavorare è la parte umana. Il rispetto, ad esempio, che è fondamentale e che fa la differenza soprattutto nella vita, dopodiché si andrà a lavorare in campo ma le due cose devono coesistere“.