La romagnola ha aperto con il successo su Viktoria Hruncakova la finalissima di Billie Jean King Cup
MALAGA – Ci volevano queste due vittorie per dare tutto un altro tono ad una stagione troppo ricca di alti e bassi, con il best ranking di aprile (46º posto) tramutato ora in un anonimo 78º. In King Cup Lucia Bronzetti aveva giocato finora solo tre doppi, la scelta di Garbin di promuoverla singolarista qui a Malaga ha pagato, e dopo il bel successo di lunedì su Magda Linette (numero 38 del ranking), oggi la riminese ha domato – ancora in due set – la fallosa ma potente Viktoria Hruncakova, numero 238 (ma ex 43). «Sono orgogliosa e felice di questo risultato – le sue parole in conferenza stampa – ero molto in tensione prima di scendere in campo, volevo dare a Jasmine (Paolini, ndc) la possibilità di giocare sull’1-0. Sono rimasta sempre concentrata, è una vittoria che mi dà grande fiducia per la prossima stagione».
Lucia, ventisei anni il prossimo 10 dicembre, non ha tremato nemmeno quando la sua avversaria si è portata nel secondo set sul 4-2 40-15. «Mi ripetevo che comunque nulla era perduto, che eventualmente c’era un terzo set, sono stata brava a rimontare in quel settimo gioco e a quel punto lei si è un po’ smarrita». Il rapporto con la generazione di campionesse che ha trionfato in questa competizione per quattro volte lo vive in diretta, grazie a Sara Errani, stupefacente guerriera ancora in azione («nelle mie partite qui a Malaga è stata decisiva con i suoi consigli») e anche un po’ nel suo staff, dato che Karin Knapp – vincitrice in Fed Cup nel 2013 e oggi commentatrice per SuperTennis – è la moglie del suo allenatore, Francesco Piccari. «E poi c’è Jasmine, che ha avuto un anno incredibile, la dimostrazione che con il lavoro si possono raggiungere grandi risultati». E lei, Lucia, figlia di un vigile del fuoco e di una impiegata, che ha deciso di provare sul serio a fare la tennista solo a 18 anni («quando mi sono trasferita ad Anzio dai Piccari»), dopo un’annata di vittorie e di qualche sconfitta balorda, come a Rabat da 5-0 per lei al terzo set contro la Stearns («una delusione che mi sono portata addosso a lungo, non è stato facile ripartire»), studia i compiti per il 2025. «Vado ancora troppo poco a rete, se voglio fare il salto di qualità devo migliorare sotto rete, è questo il mio programma adesso».