Tra tifosi, esperti e detrattori: tutti parlano di Jannik Sinner. Il numero uno al mondo riuscirà a conquistare la finale a Torino?

Foto Ray Giubilo

Coperto quanto basta a respingere pochi gradi di un autunno ormai inoltrato, alle prime luci del giorno, guadagnavo già l’ingresso del bar sotto casa. Il locale risponde al nome di ‘Scacco Matto’ e in un clima di riscatto i titolari non esitano a spacciare il loro espresso come ‘er mejo de Ostia Ponente, Levante e perché no, anche di quella centrale’. Fedele allo slogan, non c’è mattina che io non dia inizio alla mia giornata con una strizzata di aromatica Arabica, tostata a dovere e tradotta in un ‘ristretto’ cremoso non più alto di mezza tazzina.
A condurre le danze da dietro il bancone sono due fratelli e una sorella, romani doc, da qualche tempo sottratti al tifo calcistico attratti dalle imprese firmate Jannik Sinner . “ Insomma, stamo in semifinale”, mi dice Massimo appena varcata la soglia dell’uscio, “ …Eh no? hai visto che forza?“, replico distrattamente indicando con l’indice un ‘ vegano’ ai frutti di bosco che gli illusi in tema di diete spacciano sotto mentite spoglie di prodotto biologico. “…Contro chi?” chiede Andrea porgendomi l’oggetto del desiderio, “Rodd, Raad, Reed?. “ Ruud..” corregge Isabella, anche lei preda felice dell’onda tennistica cavalcata dal Bel Paese, “.. Casper Ruud..” specifica subito dopo. “Ah già..” replica Massimo superinformato, ..”er norvegese che s’era fatto male”. “Certo è un mistero..”, riprende Andrea nell’atto di mettere in macchina il mio adorato caffè, “i norvegesi…sò quattro gatti e tirano fori i giocatori”. “Eh… è la globalizzazione..” dico poco convinto mentre rifilo il primo morso al carboidrato. “ Pare che er padre era uno capace”, sorprende tutti Isabella . “ Beh, non esageriamo” la butto lì zuccherando la profumata bevanda, “ ..un buon giocatore ma niente di che”. “ Er fio invece è un ber soggetto” dice ancora Massimo. Una manciata di secondi, e dal centro del bar una voce vola su tutte: “ Seconno me l’italiano nun se la porta da casa”. E’ quella di un avventore di vecchia data, paziente abituale del presidio sanitario giusto a un tiro di schioppo. Calato in un piumino scuro e insaccato in un cappello in lana della stessa tinta, può vantare al suo attivo un cappuccino fumante e una ciambella zuccherosa amica del colesterolo. “ Ma che stà a dì…” parte in tromba Massimo, “.. intanto j’ha menato già du vorte…e poi voi mette..” “Ahooo…” interrompe ancora il bastian contrario salendo di tono “…mica è superman!”. “ Si vabbeh… addio core”, entra Andrea nella questione, ” Sinner è Sinner”, dice anche lui in crescendo. “Si ma non litigate” riprende ancora Isabella porgendomi un bicchierone d’acqua meravigliosamente gassata. Il prezzo include anche un quotidiano che in prima pagina rimanda ai dettagli del match vinto ieri sera contro Medvedev. “ Gioca sempre uguale..” azzarda di nuovo il molesto cliente “..e quanno c’è d’annà a rete scappa sempre ar cesso. “ A D’Adà”, mi investe Massimo disperato “… dije quarcosa te che te ne intenni!” .” …Mah “, tento di risolvere la querelle “…ha fatto un anno straordinario, e anche qui a Torino..”. “E poi è er campione der monno”, chiude Andrea entrando a gamba tesa per mettere fine alla questione.
“Voio proprio vedé come va a finì” , dice ancora quello approcciando la cassa, “seconno me tasera pjia a svejia” . “ Poro fijo, e perché?” …sbotta Isabella con aria materna mentre i fratelli si toccano le parti intime, “ è così caruccio”. Lo iellatore seriale fa per uscire quando Andrea lo raggiunge con l’ultima cosa ancora in pizzo alla lingua : “Io, invece, dico che se li pappa tutti e ariva fino in fonno” . “Po esse. E comunque beato lui. Co quello che vince na famijia normale ce camperebbe tre vite”.