La vincitrice dello US Open 2015: “Vedrei bene Schiavone come capitano di Coppa Davis”

Foto Ray Giubilo

Le ATP Finals a Torino sono cominciate e Jannik Sinner tornerà in campo questa sera per il suo secondo match contro Taylor Fritz. Ad analizzare i temi di questo torneo e non solo è stata Flavia Pennetta, intervistata per La Stampa dal nostro direttore Stefano Semeraro.

Sulle prime sensazioni di Sinner a Torino: “L’accoglienza del pubblico per Sinner è stata bellissima e fa quasi venire voglia di tornare in campo. Jannik è solido e convincente, a Parigi non ha giocato, ma l’ho visto molto bene. Su qualche aspetto è stato leggermente titubante, ma lui va veramente alla ricerca della perfezione, vuole tendere a fare sempre meglio. In un anno un atleta ha tre o quattro partite perfette, per il resto devi dare il meglio con quello che hai”.

Su Francesca Schiavone: “Lei è rimasta nel mondo del tennis, è appassionata, le piace lavorare con i giovani e in futuro io non mi sbilancio, ma la vedrei bene come capitano di Coppa Davis“.

Sulla questione doping: “Per Sinner non è facile gestire tutte le questioni extra-campo, la questione del doping è ancora presente. Lui è consapevole che rispetto ad altri ha la possibilità di giocare, ha continuato a giocare molto bene e a gestire tutte le situazioni alla perfezione nonostante tutto. Il sistema è stato criticato da tanti, io metto la mano sul fuoco che Jannik non ha fatto nulla, ma il grande problema è stato il sistema. Le regole devono essere omologate, se non ti presenti a tre controlli antidoping sei squalificato come un dopato qualsiasi. In tante piccole cose il sistema dell’antidoping è sbagliato“.

Qualche battuta anche sulla stagione di Jasmine Paolini: “Secondo me ha iniziato a crederci di più, la sua fiducia è cresciuta dopo la vittoria a Dubai e soprattutto il doppio con Sara Errani l’ha aiutata tanto. E’ migliorata su tanti aspetti: tira più forte, ha più mano, gioca meglio a rete“.