Jannik Sinner, in un’intervista rilasciata a Repubblica, ha raccontato le sue sensazioni alla vigilia dell’ATP 250 di Umago, soffermandosi sul suo rapporto con i coach Simone Vagnozzi e Darren Cahill e commentando il recente quarto di finale di Wimbledon perso contro Novak Djokovic
Jannik Sinner, dopo essere giunto ai quarti di finale di Wimbledon e aver costretto il 7 volte campione Novak Djokovic al quinto set, è pronto a tornare a competere: questa settimana, l’altoatesino sarà in scena all’ATP 250 di Umago, torneo del quale è testa di serie numero 2 e che lo vedrà esordire, direttamente al secondo turno, contro Jaume Munar o Mikael Ymer, già battuto al secondo turno del Major londinese. Salito fino al numero 10 della classifica mondiale, il ventenne di Sesto Pusteria è da poco diventato il primo tennista italiano nella classifica mondiale, ma, come riferito poche ore fa in un’intervista rilasciata a Repubblica, vede quest’evento come una pura statistica a cui non dà alcun valore simbolico.
“Essere il numero uno d’Italia non significa assolutamente nulla – ha dichiarato il campione di 5 tornei ATP – , è semplicemente un dato statistico. Berrettini non ha avuto fortuna quest’anno e Musetti è in buona forma, viene dalla vittoria ad Amburgo. L’Italia ha molti giocatori tutti diversi, ma tutti sono ugualmente eccellenti. Possiamo affermare che siamo una potenza mondiale attualmente. Rivalità con Berrettini? Non credo si possa definire rivalità visto che non abbiamo mai giocato una partita ufficiale prima d’ora. Siamo due ragazzi tranquilli che danno tutto ogni volta che si trovano su un campo da tennis, in allenamento o in partita. Lui però ha più esperienza, ha vinto più tornei e ha trascorso più tempo di me nella top ten: sono sicuro che tornerà al suo massimo livello”.
L’azzurro, poi, è tornato a riflettere su quell’incredibile quarto di finale di Wimbledon contro Djokovic, in cui il campione delle ultime 4 edizioni ha vinto solo grazie allo score di 5-7 2-6 6-3 6-2 6-2. “Ogni volta che perdo una partita, non dormo. Dopo la partita con Djokovic ho subito rivisto i momenti salienti per cercare di imparare dai miei errori e per rendermi conto di cosa ho fatto nella maniera corretta. A Wimbledon sono accadute prettamente cose positive: ho acquisito esperienza sull’erba e ho giocato contro Novak Djokovic sul Centre Court, facendo anche molto bene. Certo, ho ancora adesso il rammarico per non essere riuscito a chiuderla nel terzo o nel quarto set. Nel quinto set, poi, non ho potuto fare nulla: avevo un mostro dall’altra parte della rete. Ha meritato la vittoria. Detto questo, in ogni torneo gioco per vincere: quello che ho ottenuto a Wimbledon mi ha dato molta fiducia e sono pronto a proseguire su questa strada”.
Già allenato da Simone Vagnozzi, Sinner ha da poco aggiunto un nuovo membro al suo team: stiamo parlando di Darren Cahill, colui che ha portato Andre Agassi, Lleyton Hewitt e Simona Halep a diventare numeri 1 del mondo. “Simone è molto bravo a livello tecnico e tattico. In compenso, Cahill ha molta più esperienza e ha già dimostrato di essere un coach fantastico con atleti come Agassi o Halep. Conosce molto bene il tennis ed è un ottimo motivatore prima delle partite. Devo molto a entrambi per aver scelto di far parte della mia squadra“.