Jannik Sinner, dopo aver sconfitto Roberto Carballes Baena nei quarti di finale dell’ATP 250 di Umago, ha commentato in conferenza stampa l’incontro appena vinto e si è espresso sulla nuova regola relativa al coaching
Jannik Sinner prosegue la sua corsa nell’ATP 250 di Umago: il numero 1 d’Italia ha sconfitto Roberto Carballes Baena con il punteggio di 6-4 7-6 e si è qualificato per la sua prima semifinale in stagione. Sfatato, dunque, il tabù quarti di finale, nei quali aveva subito 6 sconfitte su altrettanti tentativi in questo 2022 nel quale, su 42 match, ne ha portati a casa ben 33. L’altoatesino, adesso, affronterà in semifinale Franco Agamenone, che nei quarti si è sbarazzato di Marco Cecchinato per 6-2 6-1. Nel frattempo, però, il numero 10 del mondo ha tenuto una conferenza stampa, nella quale ha potuto rispondere alle domande dei giornalisti curiosi di conoscere le sensazioni di Sinner dopo un match che si è rivelato forse più difficile del previsto.
“Sono felice – ha commentato Sinner –: Carballes Baena è un ottimo tennista con tanta esperienza, soprattutto su questi campi. Ho avuto tante occasioni per portare a casa il secondo set prima del tiebreak, ma lui non ha mollato niente e ha giocato benissimo quando si è trovato spalle al muro. Anche al Roland Garros ho vinto soffrendo e, difatti, le condizioni erano piuttosto simili a quelle odierne: campo pesante, palla che non viaggia e questo porta Roberto ad esprimere il suo miglior tennis. Sono contento di averla chiusa in due set e di non essermi complicato la vita”.
Da esattamente 19 giorni è entrata in vigore, entro determinati limiti, la possibilità di usufruire del coaching, che può consistere in qualche gesto e alcune parole, queste ultime solo quando il tennista e l’allenatore si trovano dallo stesso lato rispetto alla rete. “Se devo essere sincero – ha affermato, a tal proposito, la testa di serie numero 2 –, non ho una chiara opinione a riguardo. Alla fine, nessuno può conversare per 10 o 15 secondi con il proprio angolo: al massimo si può chiedere dove rispondere, se stare più o meno vicini al campo, ma queste cose avvenivano già da tempo in realtà. Secondo il mio modo di vedere, è comunque il tennista che deve essere bravo a trovare da solo alcune soluzioni, perché l’allenatore non può fare granché. Insomma, non credo che sia cambiato molto da quando questa norma è entrata in vigore”.
Dopo qualche settimana di assestamento, il grande feeling che c’è tra Jannik Sinner e i suoi coach Simone Vagnozzi e Darren Cahiil si nota anche in campo, tuttavia l’azzurro ha rifiutato di fare paragoni con la vecchia gestione targata Riccardo Piatti. “Ho un rapporto fantastico con Simone e Darren, mi capiscono e mi infondono ogni giorno tanta fiducia. Sto migliorando molto nella fase di transizione verso la rete, così come nel gioco di volo. Non voglio, però, confrontare quest’esperienza con quella che mi ha legato a Riccardo. Anche lui è stato importantissimo e ha svolto al meglio il suo lavoro con me, gli devo tanto”.