Il numero uno al mondo ha pagato una posizione in campo troppo difensiva rispetto al suo standard al primo turno degli US Open
Sembrerebbe lo scioglilingua dei ‘trentatré trentini che andarono a Trento tutt’e trentatré trotterellando’. Invece altro non è che il bilancio dei tête-à-tête tra Jannik Sinner e MacKenzie McDonald. Un tre a zero per l’atesino guadagnato tutt’e tre le volte in tre set: a Washington nel 2021, al Roland Garros nel 2022 e a Parigi Bercy l’anno scorso. Tutta questa filippica per dire che il cimento contro lo statunitense non fu mai cosa facile per l’italico eroe dei giorni nostri. La ragione, vecchia come il mondo, è che, non avendo nulla da perdere , l’americano ha sempre cercato il classico partitone sfoggiando pure cose che in effetti non ha.
Anche il set iniziale di questo quarto confronto regolato sull’Arthur Ashe di Flushing Meadows, non prometteva nulla di buono e al 42% di punti vinti da Sinner con la prima di servizio il californiano replicava con un 65% che la diceva lunga circa l’andazzo del match. Non solo: avesse fatto sua una delle quattro chance del secondo per andare due a zero, la faccenda si sarebbe fatta ostica anche per il più forte giocatore del mondo. Un giro di boa da cui l’atesino è invece uscito alla grande verticalizzando di più il gioco e salendo di rendimento fino ai 20 punti nel terzo contro i 3 dell’americano e chiudere la questione al quarto con fare agevole. Chiudo dicendo che, a dispetto del risultato, ho visto un Sinner con qualche impaccio di troppo e una posizione in campo troppo difensiva rispetto al suo standard. Il grande agonismo di cui fa sfoggio sopperisce naturalmente a tutto questo ma personalmente mi attendo il Sinner fluido visto in quest’ultimo anno, lo stesso capace di dominare il gioco a fronte alta e bacino basso.