Nell’intervista rilasciata al Corriere del Veneto, il primo allenatore di Jannik Sinner ha parlato della crescita dell’altoatesino e dei possibili obiettivi futuri

Jannik Sinner è reduce dalla grande settimana trascorsa ad Umago, dove ha vinto, battendo in finale Carlos Alcaraz, il suo sesto titolo in carriera. E dopo aver rinunciato a difendere il titolo conquistato lo scorso anno al CITI Open, l’azzurro è pronto a iniziare la sua stagione sul cemento con la Rogers Cup di Montreal.

Durante il suo ultimo trionfo, l’altoatesino è stato osservato speciale del suo primo coach Heribert Mayr, che al Corriere del Veneto ha poi rilasciato un’interessante intervista.

Non si può dire che Sinner sia più forte di Alcaraz -esordisce Mayr . Sull’erba Sinner è certamente più forte e a Wimbledon si è visto, mentre domenica ha inciso il fattore psicologico. Ma il Sinner di Umago, come quello di Wimbledon, è un giocatore cresciuto molto sul piano tecnico e nell’atteggiamento in campo. Oggi tecnicamente varia molto, è migliorato nelle discese a rete, fa le palle corte, serve meglio grazie alla postura del corpo rivista con Vagnozzi. Da ragazzino con me a rete ci andava, lui è un attaccante nato, poi ai massimi livelli non è facile replicare ciò che uno fa da piccolo. Ma lui è uno che da fondo spinge e si apre il campo, è naturale per lui poter pensare di chiudere lo scambio anche con il colpo al volo. Con Vagnozzi ha migliorato tatticamente la discesa, prima colpiva la palla troppo attaccato alla rete“.

“Jannik adesso è più cattivo, più determinato. L’artefice credo sia il nuovo supercoach australiano Darren Cahill. Non so cosa gli ha detto, ma da Wimbledon è un Sinner diverso. Anche se è rimasto molto di lui ragazzino; l’educazione, il rispetto, la semplicità, quello non è cambiato. Non se la tira, ecco” – continua il coach.

Sulla separazione con Piatti: “Ero scettico all’inizio, pensavo che Jannik avrebbe dovuto aspettare un altro po’, ma ha avuto ragione lui. Lo ha fatto semplicemente perché dopo anni che lavori con le stesse persone senti la necessità di cambiare“.

Sulle qualità e sui possibili obiettivi dell’azzurro: “Sinner è forte su tutte le superfici. Ha vinto Umago contro Alcaraz sulla terra, ma se non era per l’infortunio con Rublev sarebbe andato in fondo anche al Roland Garros. E a Wimbledon abbiamo visto di cosa è capace sull’erba, anzi io dico che Sinner è soprattutto giocatore da erba e credo che ne sia convinto anche lui, grazie a Cahill. In America può tentare il colpaccio, Medvedev è il più bravo sul cemento, ma Sinner non gli è inferiore. Può provare a vincere uno dei due 1000, e tentare, perché no, il colpaccio agli US Open“.