Le parole del tennista romano ai microfoni di SuperTennis in vista dell’esordio a Flushing Meadows, tra le speranze di andare più avanti possibili e la sua incredibile capacità di resilienza
Matteo Berrettini continua la marcia d’avvicinamento verso il suo esordio agli US Open 2024 contro lo spagnolo Alberto Ramos-Vinolas, match in programma già nella giornata iniziale di lunedì 26 agosto. In un’intervista a SuperTennis ha parlato del rapporto speciale con New York, dove fece l’esordio a livello Slam nel lontano 2017. “Qui a Flushing Meadows è un posto speciale per me e per il mio tennis, il mio primo Slam nel 2017 quando ero ancora giovane. Sicuramente da quel momento lì a oggi sono cambiati i miei obiettivi e il mio approccio, mi ricordo ero venuto qui con il pensiero che sarebbe stato bello qualificarsi. Poi sono successe un po’ di cose e via via la qualificazione non bastava più, così come i primi o i secondi turni. Cambia la concezione di tutto, mi sento maturato in molte cose ma la gioia con cui affronto il torneo è la stessa di sempre“.
Un punto anche su quella che è la sua condizione fisica e gli obiettivi in vista dell’ultimo Slam della stagione. “Arrivo a questi US Open con obiettivi diversi rispetto a qualche anno fa: non ho giocato molte partite quest’anno, non sono testa di serie, sempre le stesse cose insomma. Ho tanta voglia di fare bene e mi sento in forma. La mia capacità di saper tornare sempre è una caratteristica che ho dovuto sviluppare fin da bambino, pensare una partita alla volta ma allo stesso tempo essere ambiziosi il giusto e guardare avanti. Non gioco un match 3 su 5 sul cemento da un anno, Wimbledon sappiamo che è completamente diverso. Questo per me è un anno di ricostruzione da tanti punti di visti, penserò un match alla volta, a giocare il mio miglior tennis e a emozionarmi come sempre quando gioco questo torneo”.
Infine una battuta su quella che per Berrettini la scelta professionale più complicata fatta fino a questo momento in carriera, con la risposta che cade ovviamente sulla separazione con Santopadre. “Separarmi in senso professionale con il mio team e con Vincenzo è stata una scelta molto complessa, eravamo arrivati a un punto in cui sia io che lui ci sentivamo che non potevamo aiutarci l’un l’altro. Stavo vivendo un momento difficile della mia carriera e prendere una decisione così non è stato facile, tante persone intorno a me mi hanno aiutato“.