I due (ex) numeri 1 spagnoli hanno stregato il Philippe Chatrer battendo il duo argentino Gonzalez-Molteni in due set, 7-6 6-4

Volée di rovescio da metà campo che neanche Cash, passante alla Guglielmo Tell – nel senso che passa un decimetro sopra la testa di Alcaraz senza scompigliargli un capello – e gesto ‘de la cobra’, con il pugno sinistro agitato a mordere l’aria, mentre il centrale del Roland Garros esplode d’amore. Rafa è sempre Rafa, madame e messieurs: che giochi in singolo, in doppio, al Roland Garros vero o in quello pittato Olympic Style.  

In tribuna c’è tutto il clan: mamma Ana Maria, sorella Isabel, papà Sebastian, l’altra mamma, Francisca, moglie del Fenomeno, con in braccio Rafa Junior che indica il papi in campo sgranando gli occhioni neri. E poi David Ferrer e Carlos Moya, che si sussurrano all’orecchio, coprendosi la bocca – ma porque, porque, porque? anche qui come nel calcio… – qualche illuminata considerazione tecnica mentre Molina, manager storico di Alcaraz, sgrana più possibile le orbite zoomando sul pupillo. E’ il primo giorno del tennis a Parigi, il tetto è chiuso, la leggenda vivente del Philippe Chatrier scorrazza per il campo frustando il diritto e incoraggiando il Nino Carlitos. Ieri sera era diritto a prora sulla Senna come un ammiraglio di lungo corso, insensibile alle onde che rischiavano di far cadere in acqua Carl Lewis e alla pioggia che gli inzuppava la camicia con il rischio di fargli prendere un raffreddore, una pleurite, o chissà, magari una tonsillite. 

Stasera, contro il doppio gaucho Gonzalez-Molteni, è lui che timona un Alcaraz all’inizio teso come debuttante. Break, contro break, Rafa prima ha un riflesso bionico a rete, poi manca una volée facile, Carlitos si smaga e inizia a fulminare passanti. Il guaio, per le due furie rosse, è che Molteni e Gonzalez il doppio lo sanno giocare. «Tutti sognano che io e Carlos vinceremo l’oro», aveva detto alla vigilia Rafa. «Ma la verità è che dobbiamo trovare l’intesa, i meccanismi di coppia,perché lui di match di doppio ne ha giocati pochi, e io anche di singolo». Game dopo game, con qualche errore di troppo da parte del duo iberico, si arriva al tie-break, Ed è qui che Rafa piazza la zampata del fuoriclasse: quando smeccia in acrobazia sui piedi di Molteni guadagnandosi due set point e poi confeziona il passante vincente lungolinea che chiude il primo set, il boato si sente in tutto il Bois de Boulogne. Ma, come si diceva, gli argentini sono tutti garra e schemi provati e riprovati, nel secondo volano 3-0. La premiata ditta Carlos & Rafa però non molla, anzi, si riprende break e parità, e sul 4 pari strappa di nuovo il servizio ai gauchos un po’ in affanno e forse intimiditi dall’occasione, dagli avversari, dal pubblico composito che nel tifo proprio non li calcola. L’ultimo game è un’apoteosi, Nadal governa da fondo, Carlitos rifinisce a rete, anche in acrobazia. Il tabellone, dopo l’ultima volèe vincente, dice 7-6 6-4 Espana. Il cielo su Parigi nel frattempo si è quasi tolto il cappotto grigio di nuvole. E il primo passo per il podio è compiuto.