Barbora Krejcikova, campionessa del Roland Garros 2021 è figlia di una grande tradizione, ed è stata allieva della grande giocatrice scomparsa precocemente
Jasmine Paolini è la prima finalista di Wimbledon nella storia del tennis italiano, Barbora Krejcikova, la sua avversaria di oggi, ha molte antenate illustri che hanno calpestato le radici del Centre Court in un big match: Martina Navratilova – anche se i suoi nove Wimbledon li ha vinti tutti dopo aver abbandonato l’allora Cecoslovacchia, e sette con il passaporto americano – Hana Mandlikova, Jana Novotna, Petra Kvitova, Karolina Pliskova e Marketa Vondrousova, la campionessa uscente. Tutte, tranne la Pliskova e la Mandlikova, uscite dal campo almeno una volta vincitrici. Solo gli Usa e l’Australia, tanto per capirci, ne hanno di più a referto.
Barbora, che uno Slam lo ha già vinto a Parigi nel 2021, ha avuto come allenatrice, amica, mèntore, una di loro, Jana Novotna, campionessa adorabile e fragile, scomparsa nel 2017 ad appena 49 anni. Jana è passata alla storia soprattutto per il pianto dirotto sulla spalla della Duchessa di Kent dopo la finale persa contro Steffi Graf nel 1993, e il Venus Rosewater Dish, il trofeo della vincitrice, lo ha alzato solo alla sua terza chance, nel 1998.
«Jana mi manca tanto», ha confessato Barbora al termine della semifinale con la Rybakina, anche lei con lo sguardo allagato di ricordi. «Ogni volta che metto piede sul campo penso a lei, e cerco di lottare su ogni palla, proprio come lei avrebbe voluto». la Krejcikova ha 28 anni e ha vinto sette titoli in singolare. E’ numero 25 Wta dopo essere stata anche n.2 all’indomani della vittoria a Parigi nel 2021, e viene da un periodo non facile. «Alla fine ho realizzato che ho già ottenuto tanti buoni risultati in carriera e che dovevo solo divertirmi di più invece di farmi angosciare dal tennis e dalle mie prestazioni. Credo di esserci riuscita. Mi sto godendo questo momento molto più di quanto non abbia fatto a Parigi».
Fra lei e Jasmine c‘è un solo precedente, nelle qualificazioni degli Australian Open 2018, vinto facilmente dalla ceca, e quella di oggi sarà la prima finale Slam dell’era Open fra due giocatrici che si erano in precedenza affrontate nelle qualificazioni di un major.
«Non avrei mai immaginato che in quattro settimane avrei potuto raggiungere la finale a Wimbledon, ed essere una giocatrice diversa», ammette Barbora. «Ma sono super felice di essere riuscita a lottare contro tutto. Anche Jasmine è una ‘fighter’, una che combatte. Sarà un match molto difficile ma sono pronta ad affrontarla».