Kyrgios ai raggi x: colpi personali ed efficaci, ma ancora perfezionabili, un fisico da rendere più solido alla distanza. E per quella testa serve un coach…
(articolo tratto dal numero in edicola de Il Tennis Italiano)
Chi è Nick Kyrgios? Quando si parla di un finalista di Wimbledon, normalmente si parla di un atleta che lavora duro, che fa di tutto per prepararsi nel miglior modo possibile. Nel caso di Nick a Wimbledon abbiamo visto un salto di qualità importante, ma ancora fatichiamo a capire se veramente si è trattato di un miglioramento tecnico, tattico, fisico o mentale.
Quello che è certo è che il suo è un talento grandissimo, che non può lasciare indifferente nessuno. I giovani lo adorano, i grandi lo ammirano, e i puristi si chiedono come sia possibile giocare così. Proviamo ad analizzare la sua tecnica.
Diritto: la preparazione è personale, con la racchetta alta e un ‘semi-loop’ molto rapido che gli consente di avvicinarsi alla palla per poter accelerare più in fretta di altri senza perdere il controllo. Preferibilmente tira incrociato, è buono anche nel lungolinea e ogni tanto si avventura in qualche ‘inside-out’ corto e molto angolato. La chiusura a volte è «alla Nadal», aprendo lateralmente lo swing, e perde il controllo. Corre con un buon equilibrio, che mantiene anche quando colpisce con i piedi staccati da terra.
Rovescio: è il suo fondamentale più naturale, con una preparazione corta, ‘punta’ bene la palla e utilizza entrambe le braccia per trovare il giusto bilanciamento e la giusta traiettoria. Lo gioca bene sia lungolinea sia incrociato. Ha uno «swing» cortissimo, che non consente all’avversario di leggere bene il colpo, e anche da questo lato corre molto bene lasciando andare le braccia con grande velocità, quindi l’inerzia che genera è devastante.
Rovescio slice: qui si vede il suo talento. Non lo utilizza spesso, più che altro per smorzate o traiettorie corte, ma se lavorasse più con le gambe con questo colpo potrebbe fare molto male.
Servizio: ecco il suo vero punto forte. L’esecuzione è fluida, il movimento corto non lascia intuire la traiettorie. Può usare ogni opzione: piatto alla ’T’ su entrambi i lati, ma piatto anche esterno, che è difficilissimo. A volte gioca piatta anche la seconda, per lui non rappresenta un grosso rischio, ed è molto buono anche lo slice esterno, come pure il kick sia sulla prima sia sulla seconda. Insomma, con tre servizi a disposizione in tutti gli angoli diventa veramente difficile «leggerlo».
Servizio da sotto: la verità è che lo esegue molto bene, sorprendendo l’avversario. Il rimbalzo rimane molto basso, non è facile rispondere, specie per chi in risposta sta molto lontano dalla riga di fondo come Nadal, Zverev, Medvedev o Thiem.
Volée: può migliorare anche qui, se cura meglio il piazzamento, ma tira così forte che quasi mai si trova davanti un’esecuzione difficile quando fa serve&volley. Potrebbe migliorare in acrobazia, per chiudere meglio gli spazi, ma su questo deve lavorare ancora tanto: i margini sono enormi.
Tattica: ha talmente tante frecce al suo arco che a volte vuole fare troppo, e diventa vulnerabile. Se continuerà a puntare soprattutto su ciò che gli riesce meglio, come negli ultimi mesi, diventerà ancora più pericoloso. Servizio, servizio e diritto, serve&volley, ecco il suo pane, ma è migliorato anche in risposta; ora la esegue con più intenzione, deve solo ottimizzare le sue opzioni.
Fisico: è lui il primo ad ammettere di non allenarsi molto, ultimamente anche su questo piano si sono però visti progressi i quanto a solidità. Fisicamente è esplosivo, gli manca però un po’ di resistenza per poter esprimersi meglio nelle partite che si allungano.
Il lato fisico va sempre unito a quello mentale, e qui sorge la domanda: Kyrgios con i suoi atteggiamenti si mostra davvero per quello che è, oppure la sua è una maschera, una tattica? Non si lascia consigliare, non vuole un coach fisso, non rispetta gli avversari, non considera il tennis la sua priorità. I professionisti lo sono per scelta, lui a volte sembra non volerlo davvero.
Se analizziamo la finale che ha perso con Djokovic, vediamo che grazie al suo talento Nick si è trovato avanti 6-4 2-1. A quel punto però ha iniziato a parlare con il suo box, quasi a ogni punto, per due set. Novak naturalmente ne ha approfittato per entrare in partita, mentre Nick continuato con il suo show, se i suoi si alzavano gli diceva di sedere, se stavano fermi si lamentava che non si alzavano; se parlavano li zittiva, se non parlavano li rimproverava perché non lo aiutavano… La verità, incredibile, è questa. È la sua testa che lo tradisce, il continuo dialogo che intrattiene con se stesso, non accettando i propri errori, litigando con il suo box anche durante la partita più importante della sua carriera. Un atteggiamento che gli è costato la finale. Alla fine si è calmato un po’ quando Novak è andato in bagno: dopo una conversazione ininterrotta di quattro minuti con il suo box evidentemente non aveva più niente da dire, e ha ricominciato a giocare, è quasi è tornato in partita. Ma ha dovuto arrendersi a Djokovic che al contrario era in missione, determinatissimo – e non ha aperto bocca in tutto il match.
Questo è il settore dove Nick può crescere di più. Primo: facendosi consigliare da qualcuno in cui ha fiducia. Secondo: giocando più partite di questo livello. Terzo: imparando a ‘parlarsi’ meglio, se proprio non trova altro modo di sfogare la tensione.
E’ un tennista che prende le iniziativa, che fa accadere le cose, non che aspetta che accadano. Decide lui la partita, ed è salito sicuramente di livello ma deve continuare a crescere, a salire, per essere presente a se stesso, usare la testa nei momenti decisivi di una partita. Deve insistere sul suo gioco, accettarsi per quello che è. Non può smettere di giocare alla Kyrgios nel match più importante e così perdere due set, deve imparare a giocarsela mentalmente e fisicamente per cinque set contro i migliori. Contro di loro non può sperare di avere dei punti gratis, ma deve contare sul suo fantastico tennis per tutta la partita: se ci riuscirà, allora potrà alzare le coppe che contano.
Concludendo: Kyrgios è un giocatore fantastico, il suo tennis fa innamorare, i suoi atteggiamenti dividono. E’ un personaggio importante per il nostro sport, perché fa comunque parlare, nel bene e nel male, fa discutere. Io spero che migliori davvero, sia mentalmente sia fisicamente, che maturi e si possa esprimere al meglio per farci vedere tutto quello di cui è capace, come ha fatto a Londra.