Un Lorenzo Musetti soddisfatto si presenta in conferenza stampa al termine del match vinto contro Luciano Darderi, che ora può sfruttare una porzione di tabellone quanto mai favorevole

LONDRA – Due anni fa, in primo turno contro Fritz, ci sembrò sul confine della depressione. «Non mi riesce niente, ogni colpo è uno schifo», ripeteva. Due anni fa non aveva ancora vinto una partita sull’erba, ma quel Lorenzo Musetti non c’è più. Il ragazzo di Carrara, papà da pochi mesi, ha sconfitto l’allergia tennistica ai prati con una serie di buoni risultati. Il terzo turno raggiunto ai Championship del 2023 – dove si arrese a Hurkacz – poi quest’anno la semifinale di Stoccarda, la finale del Queen’s Club e un nuovo terzo turno a Wimbledon, ottenuto dopo una dura battaglia con il bravo Darderi. Una vittoria molto significativa perché il ventiduenne dal magico rovescio a una mano aveva perso le ultime quattro partite di uno Slam giunte al quinto set (quest’anno con Van Assche agli Open d’Australia e con Djokovic al Roland Garros) e perché serve ad allontanare il ricordo di un inizio di stagione piuttosto deludente. Contro Darderi ha sfoderato 66 colpi vincenti e 13 ace, senza tremare nel concitato finale. «Il livello di gioco è stato sempre alto – ha detto Lorenzo – così come la tensione in campo. Ho perso il secondo set un po’ a cavolo, dopo aver avuto cinque occasioni per andare subito 2-0. Quindi sono entrato un po’ in confusione ma non ho mai smesso di credere nella vittoria, sono contento di averla scampata. Per me è la conferma di un momento positivo, le settimane scorse mi hanno aiutato e mi hanno dato la forza di reagire, di combattere, questo mi ha permesso di far girare il match».

Impossibile non citare i due derby italiani, una primizia sui prati londinesi. «Le partite tra Sinner e Berrettini e quella tra me e Darderi sono un messaggio che tutti noi vogliamo trasmettere ai fan e ai bambini che si avvicinano a questo sport. Stiamo vivendo il miglior momento del tennis italiano, al maschile e al femminile, ora sembra quasi scontato avere ogni settimana un vincitore o un finalista italiano sul tour, magari solo tra qualche anno ci renderemo conto che quello che stiamo facendo è davvero straordinario».

Nel terzo turno Musetti se la vedrà con il poco conosciuto Francisco Comesana, numero 122 del mondo (ma già sicuro dopo questa settimana di entrare in Top 100), 24 anni il prossimo 6 ottobre, ragazzo di Mar del Plata che voleva fare il calciatore ma che fu stregato da una racchetta prestatagli in tenera età da un amico. «Il tennis è diventato subito il mio grande amore – ha raccontato in questi giorni – sono cresciuto guardando in Tv Nalbandian e Del Potro, adesso stravedo per Sinner e Alcaraz. Qui a Wimbledon li ho visti in allenamento, sono eccezionali». Atleta dal tennis essenziale, fino al 2022 Comesana – che nei tornei del Tour ha disputato appena 5 incontri e non aveva mai vinto una partita prima di Wimbledon – aveva giocato solo sulla terra battuta, quest’anno tra un challenger e l’altro (ha vinto a Oeiras) si è arrischiato a provarci sull’erba: subito fuori nelle qualificazioni di Eastbourne, a Wimbledon ha fatto il botto: vittoria in primo turno su Rublev, in preoccupante calo ma comunque sempre numero 6 del mondo, e poi una maratona di 4 ore e 13 minuti per domare l’australiano Walton, altro carneade del tennis. «Comesana non lo conosco – ha ammesso Musetti – non abbiamo mai giocato insieme, neanche in allenamento. Me lo aspetto in grande fiducia perché ha vinto due partite difficili, la seconda 7-6 al quinto set, e quindi sarà una bella sfida. Giocare nella seconda settimana resta il mio obiettivo, voglio centrarlo». «Attenzione – la replica a distanza dell’argentino – non crediate che io sull’erba sia scarso, a Wimbledon ho vinto il 100% delle partite giocate…». Temiamo per lui che tanto “sense of humour” non possa bastargli, contro questo Musetti.