A poche ore dal derby che divide l’Italia, un confronto di personalità, stili e carattere
Jannik contro Matteo, la Volpe contro The Hammer, il Centre Court oggi pomeriggio parla italiano. Il match fra i due campioni azzurri è il clou della giornata, il match di cartello, se fossimo ad un riunione di boxe il match fra i due pesi massimi. Bello da immaginare, speriamo bellissimo da vedere, ma dolce amaro perché significa che uno dei due dovrà fermarsi qui.
Domenica Matteo e Jannik hanno palleggiato insieme sotto la pioggia, per sciogliere i muscoli e dimenticare la partitaccia della nazionale. Oggi la nazionale sono loro, il numero uno del mondo e il primo azzurro ad arrivare in finale sui questi prati, nell’anno di grazia 2021, l’ultimo nostro da grandi del calcio. I nostri, top ten non lo sono mai stati insieme: Jan è diventato 10 nel luglio del 2022, due settimane dopo l’uscita di Matteo. Sono entrambi titolari di imprese uniche, che si ritrovano in fasi molto diverse della loro carriera. Jan arriva da una serie di 39 vittorie e solo 3 sconfitte nel 2024, il bilancio di Matteo è 13-4 e testimonia l’ennesima risalita dopo due anni di calvario per gli infortuni.
Grandi nel tennis oggi lo siamo soprattutto grazie a Jannik, ma Church Road, per noi, è ancora Casa Berrettini. E’ il settimo derby azzurro della storia nello Slam vegetale, il primo lo vinse Panatta su Barazzutti nel 1980, l’ultimo proprio Matteo sull’amicone Sonego l’anno scorso. «Matteo sa benissimo come giocare qui sopra, mi aspetto un match tostissimo», dice Jan, che però i derby è abituato a vincerli tutti, tredici su tredici a livello Atp, e 35-4 se contiamo anche Challenger, Itf e qualificazioni. «Jannik sta facendo cose che in Italia non ha mai fatto nessuno, già a Monte Carlo, nel 2019, quando ci siamo allenati insieme la prima volta, ho capito che aveva qualcosa di speciale. Però non credo che neppure lui sia contento di incontrarmi, in fondo qualcosa sull’erba ho vinto…». Quattro tornei, fra Stoccarda e il Queen’s, contro uno di Jannik la settimana scorsa ad Halle. «Ci conosciamo e non ci conosciamo», dice Jan, sottintendendo il lato tecnico, visto che in campo si sono incontrati solo una volta, l’anno scorso sul cemento di Toronto, due set a zero per la Volpe. Fuori si stimano, si ammirano dal profondo delle loro evidenti diversità. Matteo è stato l’idolo del giovane Jannik, che a sua volta l’ha aiutato l’anno scorso, dopo la Coppa Davis di Malaga, vinta da trascinatore da Sinner e vissuta a latere, da capo tifoso, da un Berrettini ammaccato nel fisico e nel morale. Il loro è un derby anche di griffe mondiali, Gucci contro Boss, «ma Jannik è tranquillo, mi ha detto che indossa quello che gli dicono di indossare – scherza Berrettini, modello nato – A me quel mondo piace anche perché aiuta a staccare un po’ dal tennis».
Il confronto tecnico è chiaro, servizio e diritto (di Matteo) contro risposta e rovescio (di Jannik), potenza contro ritmo. «Di segreti non ce ne sono, anche se comunque non ve li svelo», sorride Simone Vagnozzi, coach di Sinner. «Matteo ha un servizio importante, ci aspettiamo che giochi molti slice, che accorci gli scambi. Jannik è migliorato in tante cose, è più tranquillo se deve usare il back di rovescio o fare serve&volley. I miglioramenti degli ultimi anni lo rendono meno vulnerabile in certe zone del campo, e gli consentono di fare meno fatica. Sarà un match durissimo, ma uno di quelli che ti danno tanta fiducia se li vinci».
Entrambi hanno perso un set, il terzo, nei rispettivi match di primo turno, Matteo contro Fucsovics, Jannik contro Hanfmann. Berrettini ha dovuto chiedere l’intervento del fisio per farsi massaggiare la schiena, Jannik ci ha fatto spaventare con un paio di scivolate , ma entrambi hanno chiuso il match in crescendo. Alla vigilia Sinner si è allenato alle 11 con Sonego («lo ha deciso lui e dopo ha piovuto, è anche un buon meteorologo…»), nel pomeriggio ha nascosto i riccioli sotto il cappuccio di una felpa per godersi sul campo 15 la vittoria della sua fidanzata Anna Kalinskaya, ma si è dovuto comunque concedere ai tanti fan italiani. Matteo ha palleggiato con Alessandro Bega, la sera si è sottoposto al rituale barbecue in giardino. Con il sogno di un grande ritorno che cova sotto la brace.