In un’intervista pubblicata su “Zwierciardlo” la numero uno al mondo polacca si racconta nel profondo, tra le difficoltà nell’accettare gli errori e l’importanza di lavorare sulle emozioni nel mondo del tennis

Foto Ray Giubilo

Nel mondo del tennis spesso si crede che migliorare sia l’unica cosa che conta, eliminare i punti deboli e ridurre al minimo l’errore. Il clamore di quando qualche giocatore o giocatrice realizza un rotondo 6-0 ne è una delle espressioni più frequenti, come se fosse il perfezionismo il principale obiettivo da raggiungere. Di questo ne è consapevole – o meglio, sta lavorando per esserlo sempre di più – la numero uno al mondo Iga Swiatek, che in un’intervista pubblicata su “Zwierciardlo“, un media polacco, ha rivelato alcuni aspetti di sé che non sempre emergono. “Sto lavorando sul mio perfezionismo, perché competere sotto i suoi dettami sicuramente non è costruttivo. Va bene puntare alla perfezione in un certo campo, lavorare su quegli aspetti che possono influenzare il risultato, ma in questo deve rientrare anche l’accettazione degli errori“.

L’aspetto emotivo è sicuramente uno degli ambiti meno esplorati nel mondo del tennis, e solamente negli ultimi anni si stanno puntando i riflettori su un tema così importante. Spesso si tende a considerare il tennista e la persona come due entità totalmente distinte e separate, quasi come fosse richiesto a chi scende sul campo di gioco di dimenticare il proprio essere. Il percorso intrapreso da Swiatek insieme alla sua psicologa Daria Abramowicz punta proprio su questo aspetto, ovvero sull’importanza di lavorare sulle emozioni per avere una crescita anche sul lato umano, oltre che professionale. “Sto cercando di sviluppare modelli comprensivi ed edificanti. Questo mi permette di diventare non solo una sportiva migliore, ma anche una persona migliore, perché ciò di cui stiamo parlando si applica anche a tutti gli altri ambiti della vita“.

Tre o quattro anni fa mi dicevano che ero troppo emotiva, mi accusavano di piangere durante le partite. Oggi sono un modello di forza mentale in campo, e non ho paura di dire che questa opinione è meritata“, così ancora la Swiatek sull’importanza di gestire ed esternare le proprie emozioni. Al Roland Garros avevano destato scalpore le immagini che riprendevano la polacca piangere sul lettino negli spogliatoi, al termine del match vinto contro Naomi Osaka. Le stesse lacrime che si sono ripetute anche durante la cerimonia di premiazione dopo la finale vinta su Jasmine Paolini, immagini che riducono la distanza tra la Swiatek tennista e tutte le altre persone che la circondano, a ricordare che come tutti gli esseri umani prova emozioni e le esterna.

Un ultimo passaggio altrettanto interessante riguarda il tipo di lavoro che la numero uno al mondo sta svolgendo insieme alla sua psicologa. “Ho imparato prima a riconoscere le mie emozioni e dare a loro un nome, e solamente in seguito a identificare la fonte delle tensioni. Parallelamente, io e Daria eravamo costantemente alla ricerca di strumenti ottimali che mi consentissero di raggiungere il giusto livello di stimolazione e di stress. Perché io non voglio ridurre la tensione a zero, ne ho bisogno nella giusta misura in campo per raggiungere un alto livello sportivo“.