Le difficili condizioni di meteo di ieri hanno costretto gli organizzatori a condensare tutti i primi turni di singolare e di doppio nella giornata di oggi, per un programma ricchissimo

Foto Francesco Peluso

24 game in tutto. In diciotto anni di storia, non era mai capitato che si giocasse così poco all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (74.825€, terra battuta). Come nei giorni scorsi, la pioggia ha disturbato il programma e non ha permesso la conclusione di nemmeno un match. Si è vissuta una di quelle giornate che siamo abituati a vedere a Wimbledon, con i giocatori rifugiati all’interno del club in attesa che spiovesse, e il supervisor Riccardo Ragazzini costretto ad aggiornare ben cinque volte l’ordine di gioco, nella speranza di terminare qualche incontro. Niente da fare: sono state possibili solo un paio di finestre di gioco, insufficienti a decretare verdetti. Dei tre italiani in campo, quello che stava gestendo meglio la situazione era Giovanni Fonio, avanti 5-2 contro il francese Mathias Bourgue, in virtù di un break ottenuto al quarto game grazie a un sontuoso rovescio. Equilibrio tra Samuel Vincent Ruggeri e Michael Vrbensky, con il ceco avanti 4-3 (ma senza break), mentre era iniziata in salita la partita di Enrico Dalla Valle, in svantaggio 3-1 contro Ignacio Buse. Tutto qui, perché la pioggia non ha dato scampo al torneo nonostante l’impegno degli organizzatori, che hanno sguinzagliato diversi addetti per rendere praticabili i campi nel minor tempo possibile. Ma ogni volta che si ripartiva, la pioggia riprendeva a cadere. Una vera maledizione. Il programma ripartirà mercoledì alle 10 e prevede ben 24 match, tutti i primi turni del singolare e del doppio. Sul Campo Centrale, dopo la prosecuzione di Vincent Ruggeri-Vrbensky, si giocheranno Ramos-Buenos, l’atteso Cinà-Cecchinato e Varillas-Debru, prima di due incontri di doppio. Con il programma così in ritardo, non poteva essere altrimenti.

IL COACH ITALIANO DI ALBERT RAMOS

Nei meandri dell’ASPRIA Harbour Club, tuttavia, l’assenza di tennis permette di scovare storie particolarmente interessanti. Tutti sanno, per esempio, che Albert Ramos-Vinolas è la testa di serie numero 1, favorito del torneo e a caccia di un tris che sarebbe storico, visto che è già l’unico giocatore ad aver vinto due volte a Milano (nel 2011 e nel 2014). Non tutti sanno, invece, che il catalano è seguito all’ASPRIA Harbour Club da un tecnico italiano. Si tratta di Gianluca Carbone, 49enne pugliese con il quale aveva già collaborato nel 2019 e nel 2020. A inizio stagione, Ramos lo ha contattato per chiedergli di affiancare il suo storico coach José Maria Diaz. “Ci alterniamo i tornei in cui seguiamo Albert – dice Carbone – che è un ragazzo di una professionalità esemplare. Adesso ha 36 anni ma è ben determinato a tornare tra i top-100 e restarci il più a lungo possibile, in modo da chiudere la carriera da una posizione di prestigio”. Da parte sua, il tecnico pugliese viene da esperienze variegate: dopo aver seguito Elena Bovina e Olivier Rochus all’inizio della carriera da coach, ha allenato per un lungo periodo Lorenzo Giustino (c’era lui al suo angolo quando vinse lo storico match contro Moutet al Roland Garros, 18-16 al quinto set) e poi ha intrapreso una collaborazione con la federtennis estone, resa possibile grazie al lavoro con Kristjan Tamm, rapidamente portato al best ranking (n.625) prima che si infortunasse a una spalla. Studioso e profondo conoscitore del metodo spagnolo, sul quale anni fa pubblicò uno studio, Carbone è sempre più orientato all’alto livello e i suoi risultati confermano la bontà dei tecnici italiani, anche quelli non direttamente coinvolti con i nostri giocatori. Nel clan Ramos, a Milano, c’è anche il 26enne Matteo Meneghetti, attualmente impegnato nelle qualificazioni dei tornei ITF dopo aver deciso, non più giovanissimo, di intraprendere l’attività professionistica. Intanto fa da sparring a Ramos e proverà a carpire più segreti possibili dallo spagnolo.

IL SOGNO DI TOSHIHIDE MATSUI

Non sempre il torneo di doppio gode di attenzione mainstream, ma spulciando il main draw del torneo meneghino (laddove 27 dei 32 protagonisti si dedicano esclusivamente alla specialità), si scopre che c’è il giocatore più anziano del circuito tra quelli che svolgono attività regolare. Ed è ancora più strabiliante che Toshihide Matsui stia vivendo il suo miglior momento proprio oggi, a 46 anni di età. Ex numero 261 ATP in singolare nel remoto 2006, qualche anno fa ha fissato un obiettivo che sembrava folle – dato il punto di partenza – e che oggi, invece, è più vicino che mai: giocare un torneo del Grande Slam. Attualmente è numero 124 del ranking ATP di doppio, a un tiro di schioppo dal best ranking (121) ottenuto un mese fa. Fa coppia fissa con il 29enne Kaito Uesugi e insieme stanno ottenendo risultati di rilievo, fino a portarsi a ridosso dei top-100 di specialità. Durante lo stop per Covid aveva pensato al ritiro, anche perché è diventato padre (sua moglie Tomoyo Tagakishi è un’ex tennista), ma sente di avere ancora salute, forza e motivazione. Sul piano atletico fa impressione, essendo dotato di un fisico scolpito da far invidia a tanti ventenni. E così, con gli esempi di Kimiko Date (che ha giocato fino a 47 anni) e del calciatore Kazuyoshi Miura, ancora in attività a 57 anni, insiste nel suo sogno di arrivare a giocare uno Slam. È sempre più vicino all’obiettivo, e Milano potrebbe aiutarlo in questo senso. La coppia giapponese giocherà il quinto match sul campo 13 contro i sudamericani Bueno-Gomez. Una partita apparentemente banale, dunque, ha in realtà una storia curiosa alle spalle. Nei tornei Challenger se ne trovano tante, ma questa è davvero particolare

ORDINE DI GIOCO MERCOLEDì 26 GIUGNO